Pordenone: traffico di dispositivi per videogames pirata, 46 arresti

La Guardia di finanza di Pordenone ha bloccato, al termine di un’ampia indagine, il commercio su larga scala (60 mila pezzi) di dispositivi illegali di origine cinese, atti ad eludere le misure di protezione integrate dei videogiochi. Quarantasei persone, tra cui l’importatore – un uomo di Barletta, di 40 anni – e tutti i distributori, sono state denunciate.

Il danno complessivo provocato dall’illecito traffico al sistema legale è stimabile in 54 milioni di euro, pari, secondo l’Associazione degli editori di giochi (Aesvi), all’8,6% del valore delle vendite totali di videogiochi in Italia nel 2009. Su ciascun dispositivo vengono caricati infatti mediamente 30 giochi pirata, per i quali il prezzo medio di mercato degli originali, per singolo videogioco, è di circa 31 euro.

L’attività investigativa – a quanto si è saputo – ha preso avvio da controlli effettuati nel corso di un evento fieristico tenutosi a Pordenone, nel cui contesto venivano venduti dispositivi ‘mod chip’, capaci di eludere le misure tecnologiche di protezione apposte dai produttori di consolle e videogiochi, consentendo, tra l’altro, di utilizzare copie ‘piratate’ di giochi. Nelle perquisizioni nei confronti dei clienti della società importatrice, sono stati interessati 22 reparti della Guardia di finanza in otto regioni italiane.

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