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Trapani, neonato gettato dalla finestra dalla madre minorenne. Nascose gravidanza per paura dei genitori

E minorenne e sarà accusata di infanticidio. Una diciassettenne dopo aver partorito nel bagno di casa, dove vive con i suoi genitori, ha lanciato il figlio dalla finestra, fracassandogli il cranio. La ragazza dice di aver taciuto sulla gravidanza, per paura. La madre e la colf, in casa al momento del fatto, non si sarebbero accorte di nulla.  Neanche della gravidanza?  Se questo fosse vero, ci sarebbe tanto da interrogarsi sul rapporto genitore/figlio. Perché una gravidanza nascosta nel 2020 –  con  l’aggravante del Covid, che ci ha costretti a tempi lenti e casalinghi – è un racconto che lascia interdetti. Un racconto che sottintenderebbe un dialogo inesistente dentro le 4 mura di una stessa casa. Figli trasparenti agli occhi dei genitori e genitori non riconosciuti come punto di riferimento dai figli.

E’ la più terribile delle tragedie. Una madre che uccide suo figlio. E’ accaduto a Trapani. Lei è giovanissima, ha appena 17 anni.

Ha partorito nel bagno di casa. Poi, sopraffatta dalla disperazione, ha lanciato il neonato nel vuoto dalla finestra della sua camera. La madre è una studentessa di 17 anni.

Ha detto di avere tenuta nascosta la gravidanza perché temeva le reazioni della famiglia e di avere fatto tutto da sola. In realtà sola non era.

Nei momenti fatali del parto e della tragedia in casa c’erano, a quanto pare, la madre della ragazza e una collaboratrice domestica che hanno detto di non essersi accorte di nulla.

Trapani, neonato morto. Cosa non torna nel racconto della mamma

Molte cose, tuttavia, non quadrano nella ricostruzione, ancora approssimativa, di ciò che è veramente accaduto al quinto pianto di un palazzo di via Francesco De Stefano, un quartiere residenziale della periferia di Trapani.

Grandi spazi, palazzine ordinate, un ambiente nel quale vivono molte famiglie della piccola borghesia. Lo è anche quella della ragazza. Il padre è un uomo delle forze dell’ordine; la madre una casalinga.

Il caso del neonato morto a Trapani presenta tante analogie con quello del neonato ritrovato l’altra sera tra i cassonetti della spazzatura a Ragusa. Magari dietro quella storia c’è anche la disperazione di una ragazza madre.

Ma gli esiti sono stati ben diversi. Il neonato di Ragusa è stato trovato vivo e si è salvato (ora lo vorrebbero adottare almeno venti famiglie). Il piccolo di Trapani ha fatto una fine terribile.

Tra una crisi e l’altra la madre ha detto che in questi mesi ha nascosto la gravidanza, grazie anche a una struttura fisica robusta, e che la maternità sarebbe il frutto di una storia con un ragazzo. 

Il parto “nascosta” in bagno, poi la tragedia

Dopo nove mesi di ansie e turbamenti, è arrivato il momento del parto. La ragazza ha detto che, avvertendo le doglie, si è chiusa in bagno. E da sola avrebbe partorito.

Qualcosa, nel silenzio di un dramma vissuto il solitudine, sarebbe però trapelato se a un certo punto la colf avrebbe bussato per chiedere: “Tutto bene?”.

Avuta la conferma che non c’erano problemi, si è dedicata ad altro. Anche la madre non avrebbe avuto alcun sospetto.

A parto finito, la giovane è uscita dal bagno e si è chiusa in camera attraversando l’appartamento e lasciando sul pavimento una striscia di sangue.

Tracce ematiche sono state trovate anche sul parapetto della finestra dal quale è volato il bambino appena nato: un volo di almeno 15 metri.

Risalire alla madre, dopo l’allarme lanciato dall’uomo che ha scoperto il macabro fagotto, non è stato difficile.

La ragazza era sconvolta ed è stata accompagnata dalla polizia nel reparto di ginecologia dell’ospedale Sant’Antonino abbate di Trapani.

Il sostegno e l’assistenza di una psicologa l’hanno aiutata a ricostruire, per sommi capi, una storia che ha ancora molte zone d’ombra e tanti misteri.

Del caso si sta occupando la Procura dei minori di Palermo che procede per omicidio volontario. (fonte ANSA)

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