Trattativa Stato-mafia: 12 indagati. Dell’Utri, Ciancimino e due ex ministri

Il tribunale di Palermo

PALERMO, 14 GIU – La procura di Palermo ha notificato a 12 persone l’avviso di chiusura dell’indagine sulla trattativa Stato-mafia. L’atto, che normalmente precede la richiesta di rinviato a giudizio, secondo quanto scrive l’Ansa “ha come destinatari due ex ministri, Nicola Mancino e Calogero Mannino, il senatore Dell’Utri, gli ufficiali dei carabinieri Subranni, Mori e De Donno, Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco di Palermo, e i capimafia Totò Riina, Leoluca Bagarella, Giovanni Brusca, Bernardo Provenzano e Nino Cinà”.

Nell’indagine, riporta ancora l’Ansa “sono finiti anche l’ex ministro della Giustizia Giovanni Conso, l’ex capo del Dap Adalberto Capriotti e l’europarlamentare dell’Udc Giuseppe Gargani: per loro l’accusa è di false informazioni al pubblico ministero”. Ma la legge prevede che l’inchiesta, in questo caso, sia bloccata fino alla definizione in primo grado del processo principale, quello, appunto, sulla trattativa; l’avviso di chiusura indagine, dunque, ai tre indagati non e’ stato notificato.

Ai capimafia indagati i pm contestano, al termine di quattro anni di inchiesta, il reato di violenza o minaccia a Corpo politico dello Stato. Stessa accusa viene fatta a Calogero Mannino, ex ministro dell’Agricoltura e per il Mezzogiorno, già processato e assolto con sentenza definitiva dal reato di concorso in associazione mafiosa e al senatore Marcello Dell’Utri. “Di violenza o minaccia a Corpo politico dello Stato rispondono anche l’ex capo del Ros Antonio Subranni, il suo vice dell’epoca Mario Mori e l’allora capitano Giuseppe De Donno. Per Massimo Ciancimino, invece, il reato contestato e’ il concorso in associazione mafiosa. Nicola Mancino, nel ’92 al ministero dell’Interno, risponde di falsa testimonianza”, riporta l’Ansa.

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