CATANIA – Beveva, era seguito dai servizi sociali, era stato denunciato per maltrattamenti, aveva piccoli precedenti penali e in passato era stato sottoposto ad un Trattamento sanitario obbligatorio (Tso) il giovane operaio di 26 anni di Santa Venerina (Catania) arrestato per aver violentato una dottoressa di turno alla guardia medica di Trecastagni, in provincia di Catania.
“A volte beveva alcolici, ma al lavoro non creava problemi. Non avrei pensato potesse fare una cosa del genere”, ha raccontato il datore di lavoro del presunto stupratore. L’uomo parla di un “giovane che aveva problemi in famiglia, che evidentemente si riversavano sulla sua vita”.
Che fosse un abituale assuntore di alcolici lo conferma anche il titolare di un bar del paese: “Anche ieri sera – ricorda – è venuto per bere due amari, poi è andato via. Con noi si è sempre comportato bene, potremmo dire che era un bravo ragazzo se non sapessimo cosa ha fatto. Ma siamo molto sorpresi”.
Anche il testimone che ha fatto sentito la donna urlare e ha lanciato l’allarme facendo intervenire i carabinieri che lo hanno arrestato, conosce il giovane e anche per lui, fino a quel momento, “era un bravo ragazzo”. In passato era stato denunciato per maltrattamenti.
Non solo. Da quanto ha reso noto il sindaco di Trecastagni, il giovane era stato “seguito dai servizi sociali del comune” e in passato era “stato sottoposto a Trattamento sanitario obbligatorio (Tso)“.
Secondo una prima ricostruzione, il giovane sarebbe entrato nella guardia medica di Trecastagni con la scusa di farsi curare. Avrebbe invece dato in escandescenze, danneggiando arredi della stanza, e poi avrebbe sequestrato e violentato la dottoressa che era in servizio.
Un passante ha sentito le urla di donna provenire dalla guardia medica e ha avvisato i carabinieri. La dottoressa è stata soccorsa da militari dell’Arma che hanno fatto irruzione nella guardia medica e arrestato il giovane ancora seminudo. L’uomo è stato bloccato intorno alle 2:30 mentre cercava di fuggire dalla struttura.
“L’ho sentita gridare ‘aiuto, aiuto’ e ho immaginato che cosa stesse accadendo, per questo ho chiamato i carabinieri che sono arrivati subito”, ha raccontato Sebastiano Crimi, 53 anni, ricostruendo l’aggressione alla dottoressa della guardia medica. L’uomo abita proprio di fronte la struttura. “Mi sono affacciato dal balcone – ha aggiunto – e ho visto la dottoressa uscire urlando assieme a un uomo con i pantaloni ancora abbassati. Sono arrivati i carabinieri che hanno soccorso la donna e arrestato l’uomo”.
Per impedire che la dottoressa potesse dare l’allarme il violentatore appena entrato aveva rotto il telefono fisso dell’ufficio e disattivato il pulsante che fa scattare l’emergenza alla sala operativa del 112. Secondo una prima ricostruzione, la dottoressa sarebbe rimasta sequestrata dall’uomo nella guardia medica per 2-3 ore e l’avrebbe violentata più volte. L’allarme è scattato quando la donna è riuscita a liberarsi e urlare e un vicino di casa che ha sentito le sue grida ha fatto intervenire i carabinieri.