Si apre all’insegna della violenza il nuovo anno nel carcere di Trento dove due poliziotti sono stati aggrediti nel penitenziario Spini di Gardolo da un detenuto di origini maghrebine.
Aggressione nel carcere di Trento, la nota del Sappe
Spiegano Massimiliano Rosa e Davide Stenghel, dirigenti del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo dei Baschi Azzurri: “Ennesimo episodio di aggressione e violenza ai danni di due Poliziotti avvenuto nella serata di lunedì 3 gennaio nel carcere di Trento Spini di Gardolo. Un detenuto di origini maghrebine, noto per le sue intemperanze e per le numerose denunce collezionate, verso le 18.30 è uscito dalla propria cella, della Sezione “a regime chiuso” ove è ristretto, ed invitato a rientrare si è categoricamente rifiutato, iniziando ad inveire ed insultare gli Agenti operanti ed opponendo decisa resistenza. Dovendo ristabilire l’ordine e la sicurezza, il Personale intervenuto nel tentare di riaccompagnare il detenuto nella propria stanza, ha avuto la peggio, venendo colpiti con calci e pugni e graffi da parte dello stesso, ma riuscendo comunque, con grande spirito di abnegazione a riportare, con non poche difficoltà, la situazione sotto controllo. Due Agenti hanno dovuto ricorrere alle cure del PS dell’Ospedale Civile “S.Chiara” di Trento, riportando giorni 10 e 7 di prognosi. Il detenuto coinvolto si era già reso partecipe nei giorni scorsi dell’incendio di altra cella ed alcuni mesi fa di aver letteralmente divelto lo spioncino di un’altra cella ancora, riuscendo addirittura ad uscire dalla stessa”.
Preoccupazione per le violenze nei carceri italiani
Il Segretario Generale del SAPPE Donato Capece commenta: “Mi preoccupa questo nuovo grave episodio avvenuto nel carcere di Trento. Restano inascoltate le nostre segnalazioni al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di Roma sulle disfunzioni e sugli inconvenienti che si riflettono sulla sicurezza e sulla operatività della Casa Circondariale Spini di Gardolo di Trento, delle altre carceri del Triveneto e del personale di Polizia Penitenziaria che vi lavora con professionalità, abnegazione e umanità nonostante una significativa carenza di organico. Ed è incomprensibile che chi ha il dovere di intervenire, ossia l’Amministrazione penitenziaria regionale e nazionale, non intervenga tempestivamente. Mi appello alla Ministra della Giustizia Marta Cartabia perché fermi questa spirale di inaccettabili e quotidiani violenze contro il personale di Polizia Penitenziaria e definisca, con i vertici del DAP, un piano urgente di intervento per fronteggiare le gravi criticità delle carceri regionali”.
Manifestazione del Sappe
Proprio nei giorni scorsi, il SAPPE aveva preannunciato la mobilitazione degli Agenti, dei Sovrintendenti, degli Ispettori del Corpo di Polizia Penitenziaria che aderiscono al Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, al Coordinamento Funzionari e Dirigenti del SAPPE e all’Associazione Nazionale Dirigenti e Funzionari di Polizia Penitenziaria, preannunciando una manifestazione nazionale a Roma, a gennaio, sotto l’ufficio del Ministro della Giustizia Marta Cartabia, per denunciare la grave situazione delle carceri e le endemiche criticità del Corpo.