Trento, la prof licenziata perché gay: “Lesi i miei diritti di cittadina”

di redazione Blitz
Pubblicato il 21 Luglio 2014 - 10:59 OLTRE 6 MESI FA
Trento, la prof licenziata perché gay: "Lesi i miei diritti di cittadina"

Trento, la prof licenziata perché gay: “Lesi i miei diritti di cittadina”

TRENTO – Un colloquio privato, in cui suor Eugenia Libratore le ha chiesto se quelle voci sulla sua presunta omosessualità fossero vere. E nel caso lo fossero state, lei, direttrice di un istituto cattolico, avrebbe dovuto difendere il buon nome della scuola, allontanando la prof che si fosse dichiarata gay. Questo ha raccontato a Repubblica Silvia, nome di fantasia, l’insegnante dell’istituto Sacro Cuore di Trento allontanata dalla scuola “in quanto gay”.

”La domanda che mi ha fatto la madre superiora è offensiva, perché ha leso i miei diritti di cittadina e di insegnante. Forse sono lesbica, forse no. Ma chiedermi di smentire voci sul mio orientamento sessuale, e far dipendere dalla risposta il rinnovo del contratto, è stato inaccettabile”.

“La direttrice dell’istituto ”mi ha voluto incontrare nell’aula docenti, dove non c’erano testimoni. Pensavo volesse parlarmi delle ore da fare il prossimo anno, sono al quinto contratto a tempo determinato e a buon punto per l’abilitazione. Invece se n’è uscita con quella domanda. Aveva sentito delle voci secondo le quali io avrei una compagna e, testuale, ‘siccome devo tutelare questo istituto cattolico e c’è da rinnovare il suo contratto’, mi ha chiesto di smentire o confermare quelle voci” racconta la donna.

”Poiché non avevo intenzione di svelare niente, suor Eugenia ha osservato che ‘stavo dimostrando la fondatezza delle voci’. Sembrava mi volesse umiliare. Stavo per andarmene e a quel punto – prosegue la professoressa – lei prova a rimediare, facendomi capire che era disposta a chiudere un occhio se avessi dimostrato di voler ‘risolvere il problema’. Ammesso che sia gay, dovrei guarire da qualcosa?”.

”In Italia la professionalità, la bravura, non conta niente. Quel che mi è successo è roba da Medioevo”, dice la donna, che chiede al ministero dell’Istruzione ”un reale controllo sui finanziamenti erogati alle scuole paritarie. Ce ne sono alcune che non li meritano. Voglio solo coerenza”.