Trento. Litiga troppo con la moglie: sospeso il porto d’armi ad un cacciatore

TRENTO – Niente fucili e pistole da caccia finche' non fara' pace con la consorte. Lo aveva deciso la questura a maggio 2011 e ora lo conferma il Tar. A trovarsi in questa situazione e' un cacciatore trentino, che la scorsa primavera si era visto sospendere il porto d'armi ''per uso di caccia, tiro a volo e difesa personale''.

A dire il vero, come riporta il quotidiano locale 'l'Adige', era stato il cacciatore stesso a spostare le armi a casa della propria madre, dopo che il suocero glielo aveva chiesto, avendolo trovato ''particolarmente nervoso mentre stava maneggiando una pistola''.

La moglie aveva riferito di ricorrenti liti, con minacce e insulti, anche davanti alle loro due bambine. Fatto e' che il cacciatore, difeso dal legale Claudio Robol, non ha precedenti penali, ne' segnalazioni di polizia e neppure violazioni, in vent'anni di porto d'armi.

Di qui la decisione di ricorrere al Tar. Nulla da fare pero', perche' non importa se abusi non ci sono stati: e' sufficiente un'ipotesi di pericolo, come ''la mancanza di autocontrollo in situazione di tensione emotiva'' e l'inosservanza ''delle comuni regole di buona convivenza civile''.

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