Trento: prof lesbica, contratto non rinnovato. Madre superiora: “Era già scaduto”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Luglio 2014 - 20:26 OLTRE 6 MESI FA
Trento: prof lesbica, contratto non rinnovato. Madre superiora: "Era già scaduto"

Trento: prof lesbica, contratto non rinnovato. Madre superiora: “Era già scaduto” (foto Lapresse)

TRENTO – L’accusa: una docente è stata allontanata dalla scuola in cui insegnava perché era lesbica. La difesa: il contratto era scaduto e lei ha rifiutato di parlare. Il caso del Sacro Cuore di Trento è arrivato alle cronache nazionali dopo la denuncia di un comitato che appoggiava la Lista Tsipras in Trentino.

L’accusa

“Una giovane insegnante dell’Istituto Comprensivo Sacro Cuore di Trento si è vista negare la possibilità di avere il rinnovo del contratto di lavoro perché accusata di essere lesbica”. A dirlo, in una nota, sono I Comitati Trentini, che hanno sostenuto la lista l’Altra Europa con Tsipras alle elezioni europee del 25 maggio.

“L’unica possibilità riservatale per potere continuare a insegnare nella scuola, dove ha lavorato per cinque anni, stimata e apprezzata da genitori e studenti – prosegue la nota – era rappresentata da una sua dichiarazione di ‘innocenza’ oppure dall’impegno a trovare l’aiuto adeguato per risolvere il suo problema. L’insegnante non ha accettato il ricatto e non ha fatto dichiarazioni di ammissione o smentita in relazione a ciò che riguarda solo ed esclusivamente la sua privacy, palesemente violata”.

La difesa

“Ho convocato a colloquio una insegnante che aveva il contratto scaduto come atto di gentilezza. Il resto sono tutte falsità”. A dirlo è la superiora dell’Istituto Sacro Cuore di Trento, madre Eugenia Libratore. “Mi era giunta voce che fosse lesbica e ne ho parlato con lei – prosegue – per capire se vivesse un problema personale. Chi è lesbica, se vuole lo dice. Se lo nasconde, voglio capire se ci sono problemi, come intende comportarsi, perché io sono responsabile di mille studenti, ho 137 dipendenti, ho doveri educativi.

Lei neanche ha risposto e se n’è andata. Il mio era un modo di offrirle altre possibilità di lavoro. Mi sarebbe bastato capire che vivesse la sua situazione in modo tranquillo”.”L’unica possibilità riservatale per potere continuare a insegnare nella scuola, dove ha lavorato per cinque anni stimata e apprezzata da genitori e studenti – avevano spiegato – era rappresentata da una sua dichiarazione di ‘innocenza’ oppure dall’impegno a trovare l’aiuto adeguato per risolvere il suo problema”.

“Un atto di gentilezza non dovuta verso una dipendente il cui contratto era scaduto a giugno. Un tentativo di avere un rapporto, semmai la persona avesse avuto bisogno d’aiuto”. E’ così che la superiora dell’Istituto Sacro Cuore di Trento, madre Eugenia Libratore, definisce i contorni di quello che invece dai Comitati Tsipras del Trentino è stato denunciato come un tentativo di ricatto nei confronti di una insegnante lesbica, per non rinnovarle il contratto.

Le proteste

A intervenire oggi sono le associazioni Arcilesbica, Agedo, Equality Italia e Famiglie Arcobaleno, che chiedono al ministro Stefania Giannini di “restituire all’insegnante offesa la sua dignità di persona. In una Repubblica democratica ‘fondata sul lavoro’ – affermano – non rinnovare l’incarico a una persona per la sua presunta omosessualità rappresenta l’equivalente simbolico di un’esecuzione dopo processo sommario e stupro. Sottolineando che la somministrazione di ‘terapie riparative’ “rispecchia le pratiche del dott. Carl Vaernet, nel campo di sterminio di Buchenwald, volte a ‘guarire’ gli omosessuali, le associazioni gay assicurano il proprio sostegno alla “vittima odierna dell’imbecillità e dell’odio omofobico”.

I Comitati trentini per Tsipras intanto “auspicano un intervento del presidente della Provincia, Ugo Rossi, e chiedono un intervento anche l’assessore alle pari opportunità, Sara Ferrari, e all’assessore competente in materia di Istruzione”, delega in capo al presidente Rossi.