Treviglio (Bergamo): partorisce in casa di nascosto, neonata cade è grave

BERGAMO – Ha partorito nella sua casa di Treviglio (Bergamo) perché di quel bambino non aveva detto nulla  a nessuno, neppure ai genitori: ma la neomamma, ventenne e in stato di choc, non è stata in grado di prestare le prime cure alla neonata, che è caduta dal letto della stanza dopo il parto. E’ stata soccorsa dalla sorella della donna, rincasata poco dopo.

Ha notato la bambina sul pavimento: era cianotica, in ipotermia e con il cordone ombelicale strappato e non tagliato. Anche lei neomamma da un mese, la zia le ha istintivamente infilato un dito in bocca e la piccina ha cominciato a piangere.

La donna ha subito avvertito il 118: i medici hanno prestato le prime cure a madre e figlia, portate all’ospedale di Treviglio. La bimba, che è in pericolo di vita, è stata intubata e poi trasferita all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

La mamma, non molto lucida sull’accaduto, è ancora ricoverata: la polizia di Treviglio sta valutando se esistano gli estremi per far ricadere delle responsabilità su di lei per quanto accaduto. La donna era stata lasciata dal compagno alcuni mesi fa e pare che nessuno, oltre a lei, sapesse della gravidanza. L’avrebbe tenuta nascosta per paura della reazione dei genitori.

Dalla ricostruzione effettuata dagli uomini del commissariato di polizia di Treviglio, che hanno subito raggiunto l’abitazione della donna, è emerso che la neomamma aveva partorito sul letto della propria stanza: in preda alle doglie non era probabilmente molto cosciente di quanto stava avvenendo. Sua sorella l’ha infatti trovata a letto in stato confusionale e con le lenzuola sporche di sangue.

Poco dopo ha notato il corpicino immobile della piccola, a terra sul pavimento della stanza. La neomamma lo indicava come un semplice ‘bambolotto’, senza rendersi conto che si trattava della propria figlia. Per fortuna la sorella maggiore non si e’ fatta prendere dal panico e ha sollevato la bambina per i piedi, le ha infilato un dito nella bocca per abbassarle la lingua e ha stimolato il corpicino fino a quando, poco dopo, la piccola ha iniziato a respirare con un pianto liberatorio

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