La Procura di Treviso ha aperto un fascicolo sulla vicenda di una signora di 49 anni deceduta sei giorni dopo essere stata operata di vene varicose alll’ospedale civile di Conegliano, in provincia di Treviso.
L’imputazione che il pubblico ministero Giovanni Valmassoi ha formulato a carico di due medici dell’ospedale coneglianese che hanno avuto in cura la donna è di omicidio colposo. L’autopsia chiesta dalla Procura è prevista per fine settimana: la famiglia provvederà a nominare un perito di parte.
Secondo i familiari D.A., cittadina albanese regolarmente residente in Italia, era una donna sana quando è entrata in ospedale per l’operazione e quando quattro giorni dopo l’intervento, avvenuto il 28 gennaio, si era recata al Pronto soccorso dell’ospedale civile in preda a forte cefalea e difficoltà respiratoria. Qui i medici l’avevano dimessa rassicurandola circa l’ordinarietà e la tipicità di tali disagi postoperatori destinati a cessare di lì a pochi giorni. I disagi tuttavia non cessavano, tanto da rendere necessario l’intervento della guardia medica anche nei giorni successivi alla visita di controllo.
La notte del 4 febbraio, all’una, è avvenuta la morte per arresto cardiocircolatorio. La signora lascia un marito e due figli di 22 e 26 anni, tutti e tre operai nella zona che ora vogliono chiarezza sulla morte inaspettata.
La famiglia non sa darsi pace per la perdita e, con l’aiuto dell’avvocato Alessandro Bortoluzzi, ha presentato un esposto nel quale si sottolinea «lo stretto nesso di causa tra l’intervento chirurgico e l’esito letale, in una donna che si è presentata all’intervento con un fisico giovane e forte».