Treviso, il bidello sta male: scuola chiusa, bambini fuori

di redazione Blitz
Pubblicato il 22 Gennaio 2016 - 17:07 OLTRE 6 MESI FA
Treviso, il bidello sta male: scuola chiusa, bambini fuori

Treviso, il bidello sta male: scuola chiusa, bambini fuori

TREVISO – Treviso, il bidello sta male: scuola chiusa, bambini fuori. Il bidello non può aprire la scuola perché è ammalato? E genitori e bambini restano fuori dal cancello, al gelo, in attesa del sostituto. E’ quello che è successo in una scuola della provincia di Treviso, come racconta la Tribuna di Treviso:

Così a fare i conti martedì mattina con l’assenza per malattia dell’unico collaboratore scolastico atteso a quell’ora in servizio è toccato a genitori ed alunni di una piccola scuola primaria in città, la Bindoni di San Pelajo. Tutti fuori quaranta minuti, al gelo, nell’attesa che la scuola aprisse i cancelli grazie a un sostituto: «I bambini sarebbero dovuti entrare alle 7.55. E invece abbiamo dovuto aspettare fino alle 8.35 perché non c’era nessuno che potesse aprire la porta della scuola», racconta F.B. una mamma di un alunno del plesso. «Faceva molto freddo. Tra genitori ci siamo dovuti organizzare. C’è chi è rimasto ad aspettare tenendo i figli in auto. E chi li ha riportati a casa. Altri costretti a correre al lavoro li hanno affidati ad altri genitori. E altri ancora hanno aspettato davanti ai cancelli insieme alle maestre.

E questa è la seconda volta che succede dall’inizio dell’anno scolastico». Dunque se per un giorno a scuola a rispondere “assente” è l’unico bidello in servizio, questo è l’epilogo. Ma, al di là della vicenda andata in scena alla Bindoni, a venire a galla di giorno in giorno sembrano essere gli “acciacchi” con i quali le scuole sono ormai costrette a fare i conti, a suon di tagli al personale ata. A lanciare l’allarme sono i sindacati: «Avevamo previsto potessero succedere situazioni come questa», incalza Teresa Merotto di Cisl scuola, «i collaboratori scolastici addirittura non possono più essere sostituiti per i primi sette giorni di assenza. Ormai ci sono risorse ridotte all’osso. Con il rischio di creare problemi alla vigilanza e alla sicurezza degli alunni». E con il rischio, effrettivo, che basti una banale influenza per lasciare decine – se non centinaia – di alunni in strada.