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Trezzano sul Naviglio, esplosione e fiamme in una fabbrica di cannabis light: gravi i titolari Sergio e Giuseppe Palumbo

di redazione Blitz |20 Settembre 2019 22:14

Vigili del fuoco al lavoro in una foto d'archivio Ansa

Vigili del fuoco al lavoro in una foto d’archivio Ansa

MILANO – Terribile esplosione in una fabbrica di cannabis light a Trezzano sul Naviglio (Milano). Tre persone sono rimaste ferite nell’incendio divampato a seguito dello scoppio di 5 mila bombolette di butano contenute nel capannone. Due di loro sono rimaste gravemente ustionate. Si tratta di due giovani fratelli, Sergio e Giuseppe Palumbo, 20 e 26 anni, proprietari della Tree Of Light di viale Edison, teatro della tragedia. 

Sembravano “torce umane”, hanno raccontato alcuni testimoni. Il più grave dei due è Giuseppe, che figura come titolare legale dell’attività. Stando a quanto appreso sul posto i due hanno tentato di domare l’incendio con degli estintori, fino a quando le fiamme hanno attaccato i loro vestiti. A quel punto sono usciti dalla ditta, quando però avevano già ustioni su tutto il corpo. Quindi sono stati soccorsi. Il 26enne aveva ustioni anche di terzo grado. 

L’altro fratello, 20enne, ha anche riportato la rottura di un femore. Il terzo ferito è invece un amico che si trovava sul posto ed è stato raggiunto dalle fiamme, ma la sua condizione non è grave. Non è stato invece coinvolto nell’incendio il padre dei due fratelli proprietari della ditta, che è arrivato sul posto in scooter quando c’erano già i soccorsi.

Sul posto sono attualmente al lavoro 11 mezzi dei vigili del fuoco, ancora intenti a domare le fiamme alte 10 metri. L’azienda si occupa di commercializzare infiorescenze di canapa con principi attivi entro i limiti di legge.

L’esplosione, secondo quanto riporta MilanoToday, è avvenuta all’interno di un capannone e ha scatenato fiamme alte oltre dieci metri oltre a una spessa e densa colonna di fumo nero. Le fiamme, inoltre, hanno interessato un capannone adiacente che ospita una fabbrica di scarpe.

I due fratelli erano proprietari non solo del capannone invaso dalle fiamme, ma anche di un’altra struttura di fronte. Proprio in questa, riporta l’Agi, qualche mese fa, erano stati effettuati dei controlli da parte dei Nas, che avevano riscontrato irregolarità nello stoccaggio della canapa sativa, acquistata in grande quantità per le lavorazioni.

Una tonnellata di materiale non sarebbe stato conservato secondo le regole, ed era ammassato. Inoltre le partite di cannabis – secondo quanto appreso  – non erano contrassegnate dalle relative bolle che indicano la quantità di principio attivo presente nelle foglie. Il titolare della ditta aveva trascorso un periodo ad Amsterdam per poi trasportare l’attività di fabbricazione e vendita di prodotti a Milano. Più volte aveva tentato di sottrarsi ai controlli.

Al momento gli investigatori dei carabinieri stanno procedendo alla richiesta di sequestro dell’area andata a fuoco. Il butano presente nelle bombolette che hanno provocato l’esplosione è utilizzato per estrarre dalla canapa il relativo olio: con il crescere del numero di negozi che rivendono gadget e sostanze derivate dalla pianta, la richiesta di questo gas ha avuto di recente un picco. Tuttavia, data la pericolosità del materiale, la non chiarezza della norma e lo scarso uso di procedure di sicurezza nelle ditte che lo trattano, è aumentata di conseguenza anche la sua pericolosità. 

Fonte: Ansa, Agi

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