PORDENONE – Il killer di Teresa Costanza e Trifone Ragone avrebbe agito per paura di essere denunciato e perdere così il posto alla Guardia di Finanza. E’ il nuovo movente al vaglio degli inquirenti di Pordenone che indagano su un profilo Facebook anonimo creato a maggio 2014, da quando Teresa si era trasferita a Pordenone, per molestarla. Da quel profilo, una persona che si spacciava per l’amante di Trifone, le avrebbe inviato “pesanti messaggi”. Il sospetto è che Trifone fosse a conoscenza di quei messaggi e che fosse risalito all’identità del presunto stalker, minacciando di denunciarlo.
Trifone Ragone, 29 anni, pugliese, sottufficiale dell’Esercito, e Teresa Costanza (30), siciliana, laureata alla Bocconi e dipendente delle Assicurazioni Generali, sono stati uccisi la sera del 17 marzo 2015, nella loro vettura all’esterno del Palazzetto dello Sport di Pordenone, città dove vivevano. Ad oggi l’unico indagato per il duplice omicidio è Giosuè Ruotolo, ex commilitone e coinquilino di Trifone. Secondo quanto riportato dal settimanale Giallo e da altri organi di stampa, potrebbe essere stato proprio Ruotolo, insieme con la sua fidanzata Maria Rosaria Patrone, a creare quel profilo Facebook, per mettere in guardia Teresa dalle scappatelle di Trifone con altre ragazze. Secondo il quotidiano il Gazzettino poi, la stessa Patrone si sarebbe auto-difesa sostenendo che si è trattato solo di “una goliardata“. Ma il 21 dicembre, quando è stata convocata a Pordenone per essere interrogata, la fidanzata di Giosuè Ruotolo si è avvalsa della facoltà di non rispondere.
Sempre in merito al profilo Facebook, l’avvocato di Ruotolo, Roberto Rigoni Stern ha precisato: “Voglio ribadire di non aver mai diffuso notizie rispetto al contenuto, che nello specifico non conosco fin nei dettagli. E’ tuttavia importante sottolineare che non si tratta in alcun modo di comunicazioni moleste, né minimamente utilizzabili per trarne un qualsivoglia movente per il delitto”.
Intanto, giovedì 14 gennaio c’è stata una nova sfilata di testimoni in Procura a Pordenone. E’ stata sentita a lungo un’amica di Trifone Ragone, cui sono state chieste delle delucidazioni circa le dichiarazioni rilasciate nel corso di una precedente audizione. Da quanto si è appreso, i sostituti procuratori Campagnaro e Vallerin, titolari dell’inchiesta, dopo aver vagliato nuovamente le affermazioni dei circa 800 testimoni ascoltati in questi dieci mesi di indagine, hanno selezionato una decina di posizioni ritenute più interessanti e meritevoli di approfondimento, anche alla luce delle novità emerse dopo l’iscrizione nel registro degli indagati dei fidanzati campani, Ruotolo e Patrone.
L’obiettivo della Procura di Pordenone è di poter chiudere le indagini entro la fine del mese di gennaio. Non sarebbe cambiato nemmeno lo scopo finale dell’imminente richiesta al Gip del Tribunale di Pordenone: il pool investigativo sarebbe intenzionato a chiedere una misura cautelare nei confronti dell’indagato per il duplice omicidio, Giosuè Ruotolo, e non il semplice rinvio a giudizio.