Trifone Ragone e Teresa Costanza, l’avvocato di Ruotolo: “Lui vendeva anabolizzanti…”

PORDENONE – Trifone Ragone avrebbe avuto disponibilità di anabolizzanti e, almeno in una occasione, ne avrebbe venduti. E’ emerso nell’udienza in Corte d’Assise per il duplice omicidio di Trifone Ragone e Teresa Costanza.

Teresa Costanza e Trifone Ragone, i due fidanzati uccisi il 17 marzo del 2015 a Pordenone. Unico imputato è Giosuè Ruotolo, militare campano di 27 anni accusato di aver ucciso i due ragazzi di 30 e 28 anni nel parcheggio del Palazzetto dello sport che frequentavano.

“Sostanzialmente c’è una vita complessa e articolata di queste persone che dovrà venir fuori in dibattimento – ha detto l’avvocato difensore di Ruotolo, Roberto Rigoni Stern – Nel rispetto della tragicità dei fatti, le vittime avevano relazioni importanti e vaste con implicazioni anche pericolose, come l’uso di anabolizzanti, che Trifone vendeva anche, e secondariamente la lite che non vi fu, a conferma che non vi fu un movente”.

Dalle parole dei commilitoni (4 in aula) non sono emersi particolari screzi tra Trifone e Giosuè. A parlare, invece, di anabolizzanti nella disponibilità di Trifone, e del fatto che ne avrebbe anche venduto una volta, è stato uno dei fratelli di quest’ultimo, Giuseppe, rispondendo a varie domande.

Giuseppe si è anche soffermato sul tenore di vita molto elevato che Teresa aveva avuto in passato, prima di conoscere Trifone, quando lavorava come ragazza immagine e in una agenzia di assicurazione. In quegli anni la giovane avrebbe messo da parte circa 200 mila euro, spesi in breve tempo proprio perché avrebbe tenuto un alto tenore di vita.

Tra le persone comparse in aula c’è anche il padre di Trifone, Francesco, che ha parlato del figlio come di “una colonna della famiglia”, che versava “lo stipendio sul conto della mamma”. I genitori di Trifone avviarono indagini, con un consulente privato, nel tentativo di individuare l’omicida.

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