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Trifone Ragone e Teresa Costanza, le piste: mafia, anabolizzanti, tradimenti

di Elisa D'Alto |20 Marzo 2015 11:04

Trifone Ragone in una foto da Facebook

PORDENONE – Uno zio della ragazza sparito nel 1996, omicidio di “lupara bianca”. Mafia. Un debito per comprare gli anabolizzanti. Un amante respinto, o una spasimante gelosissima. Gli inquirenti non escludono alcuna pista dietro il duplice omicidio di Pordenone. Una coppia di fidanzati 30enni, Trifone Ragone e Teresa Costanza, uccisi a sangue freddo nella loro auto nel parcheggio di una palestra.

Cinque colpi di pistola su sei andati a segno, poi il killer se n’è andato senza farsi notare, anche se erano le 20 di un martedì sera, orario di punta in una palestra. Vuol dire che chi ha ucciso era determinato e molto motivato ma, aggiungono gli inquirenti, non un professionista. Per via della pistola usata: la 7.65 non è un’arma da killer e la può maneggiare anche una donna. Insomma a uccidere può essere stata un’amante di lui, o un amante di lei. Uno spasimante respinto. Ma ci sono anche altre ipotesi, inquietanti, che chi indaga non scarta affatto. Teresa Costanza è originaria di Favara, provincia di Agrigento.

La famiglia si è trasferita vicino Milano per sfuggire a un passato ingombrante. Lo zio di Teresa, Antonio Costanza, venne ucciso dalla mafia nel 1996 perché alcuni boss erano convinti, erroneamente, che avesse riferito alla polizia dove si trovava il covo di un esponente di Cosa Nostra. Chi indaga specifica: Teresa e la sua famiglia non hanno contatti con la criminalità organizzata, resta però l’ombra di zio ucciso dalla mafia. Il commercio di anabolizzanti: Trifone Ragone potrebbe aver contratto un debito per acquistare queste sostanze che “pompano” i muscoli, lui amante della forma fisica. Gli inquirenti non credono molto in questa pista, tuttavia non la scartano.

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