PORDENONE – Non ci sarà un nuovo interrogatorio per Giosuè Ruotolo: è quanto emerso nell’incontro tra il difensore del militare campano, indagato per il duplice omicidio dei fidanzati di Pordenone, e i magistrati che seguono l’inchiesta.
Secondo quanto ha riferito l’avvocato Roberto Rigoni Stern all’uscita dal Tribunale, i sostituti procuratori non avrebbero espresso la volontà di sentire nuovamente l’indagato, “anche se – ha precisato – c’è la nostra piena disponibilità in tal senso”.
Rigoni Stern era a Pordenone per presentare istanza di dissequestro, anche solo parziale, del materiale informatico e telefonico che era nella disponibilità di Ruotolo e che gli investigatori stanno analizzando da circa tre mesi; opportunità che i periti della difesa non hanno invece ancora avuto. Contrariamente a quanto circolava nelle scorse ore, dal faccia a faccia tra difesa e accusa sarebbe emerso che l’inchiesta avrebbe bisogno ancora di qualche giorno prima che la Procura dichiari la fine delle indagini, procedendo con archiviazione, richiesta di rinvio a giudizio o di misura cautelare.
Le indagini si concentrano ora su un interrogativo: Giosuè Ruotolo avvertiva Teresa Costanza delle amanti di Trifone Ragone? E per farlo, scrive il settimanale Giallo (esperto nei casi irrisolti di cronaca nera) aveva creato una falsa pagina Facebook. Le ultime rivelazioni della rivista rischiano di creare un effetto bomba sul caso del delitto dei due fidanzati, uccisi brutalmente a Pordenone a marzo 2015. Unico indagato, al momento, è proprio Ruotolo, ex commilitone ed ex coinquilino di Ragone. Il Mattino ha riportato le indiscrezioni di Giallo:
Nel mirino degli inquirenti resta dunque il falso profilo Facebook usato da Ruotolo per scrivere messaggi anonimi a Teresa, avvertendola della vita libertina del fidanzato. Il legale del militare ha confermato tutto, ma non le presunte molestie virtuali alla 30enne. Le dichiarazioni in tempi diversi di Rosaria Patrone sono apparse contaddittorie, e secondo Giallo ci sarebbe la pesante accusa della testimonianza di un’amica: «Mi disse di non rivelare niente di quel profilo Facebook, non capivo perché e mi disse che non era importante». Il legale della 24enne ha dichiarato a Giallo: «La mia assistita, semplicemente, non si ricordava di quel profilo». Le indagini si concentreranno ora anche su un telefono cellulare acquistato da Ruotolo pochi giorni prima del duplice omicidio. Intanto, le mamme di Trifone e Teresa lanciano un messaggio disperato: «Qualcuno continua a fare del male a loro, anche da morti. La mattina in cui Rosaria Patrone è stata convocata per testimoniare in Procura, qualcuno ha danneggiato l’altare che avevamo fatto mettere in memoria dei nostri figli».