Truffa all’Ue: ex assessore bergamasco condannato a 14 anni

L’ex assessore al Bilancio della Provincia di Bergamo Gianpaolo Bellavita è stato condannato mercoledì dal Tribunale di Bergamo a 14 anni di carcere e ad un maxi risarcimento di sei milioni e mezzo di euro, al termine di un processo che lo vedeva imputato per truffa all’Ue, fatturazioni false, falso ed altri reati, insieme alla sorella Stefania, che é stata condannata a 12 anni.

L’inchiesta ebbe inizio nel 2003; Gianpaolo e Stefania Bellavita finirono sotto inchiesta insieme ad altre persone, le cui posizioni sono state stralciate. Secondo l’accusa i due fratelli avrebbero intascato parte dei soldi che l’Ue aveva destinato a un’azienda di detergenti con sede in provincia di Siracusa per l’acquisto di macchinari. In pratica, Bellavita (che all’epoca dei fatti era in quota a Forza Italia) avrebbe sfruttato la possibilità di accedere ai cosiddetti ‘finanziamenti per le aree depresse’.

Invece di comprare macchinari nuovi, ne avrebbe acquistati di obsoleti, magari da aste fallimentari, a costi decisamente più contenuti. I fratelli Bellavita avrebbero inoltre creato una rete di società cartiere al solo scopo di emettere fatture false ed evadere le tasse.

Per entrambi, il pubblico ministero Maria Cristina Rota aveva chiesto una condanna a otto anni e mezzo. Il giudizio della Corte d’Assise è stato invece molto più severo: Gianpaolo Bellavita dovrà versare anche un risarcimento di un milione 547.393 euro al ministero dello Sviluppo economico e altri cinque milioni di euro all’Agenzia delle entrate.

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