Tubercolosi, ecco come funziona la profilassi per i neonati

ROMA, 23 AGO – ''Per la profilassi ci sono protocolli internazionali, si somministra un farmaco, un chemioterapico, una volta al giorno per un lungo periodo che dura, di solito, dai 4 ai 6 mesi''. Lo ha spiegato, a margine della conferenza stampa in Regione sul caso Tbc, il direttore dell'Uoc di Neonatologia del Gemelli Costantino Romagnoli.

''E' una terapia – ha spiegato – che si somministra per bocca, e si puo' fare anche a casa. I farmaci sono l'isoniazide, o la rifampicina nel caso in cui il bambino non tolleri il primo farmaco. I genitori sono preoccupati perche' associano contagio e malattia, e per noi la cosa piu' difficile e' spiegare che c'e' tutta la possibilita' di prevenire che la malattia si sviluppi. Il contagio con il bacillo tubercolare non porta alla malattia – ha concluso il medico – ma porta a uno stato di malattia latente e che viene prevenuta con l'opportuna terapia. Un bambino che risulta positivo non e' contagioso, non e' malato''. In realta', ha spiegato l'ordinario di Microbiologia della Cattolica Giovanni Fadda, non e' facile ammalarsi di tbc: ''Nel 90% dei casi – ha affermato il docente – un contatto non produce niente, mentre il 10% risulta latente, come un terzo della popolazione mondiale. Ad ammalarsi – ha concluso Fadda – e' l'1% di chi entra in contatto con il micobatterio''.

Gestione cookie