Tutti giù dal treno: il macchinista sta male

Il treno regionale per Ceva, provincia di Cuneo, è stato soppresso perché il macchinista si è sentito male. I pendolari, che ogni mattina partono dalla stazione di Porta Nuova alle cinque, sono stati costretti ad abbandonare il convoglio nei pressi della stazione di Racconigi e ad aspettare per più di un’ora la corsa successiva. Disagi e lunghe attese nelle altre stazioni della tratta, anche perché le Ferrovie dello Stato non hanno ritenuto necessario mettere in strada bus sostitutivi.

La fermata fuori programma è avvenuta poco dopo l’inizio del turno regionale 10207, intorno alle sei di mattina. Il macchinista, un giovane trentenne, è stato improvvisamente colto da un malore: vertigini, tachicardia, la telefonata in preda al panico, con il cellulare in dotazione, per allertare il capostazione. Così il treno è stato instradato su un binario di servizio in attesa dell’ambulanza. Al ragazzo è stata diagnosticata una “crisi di panico, dovuta a stress”. Cinque giorni la prognosi, con l’obbligo del riposo assoluto.

L’episodio riaccende le polemiche sulla scelta aziendale di adottare il ‘macchinista unico’ in cabina, un sistema a regime ormai da dieci mesi. In particolare i sindacalisti dell’Or.S.A., Organizzazione Sindacati Autonomi e di base dei comparti trasporti e delle ferrovie dello Stato, denunciano le implicazioni sulla sicurezza, in particolare quella nelle gallerie, legate alla decisione delle Fs.

Le simulazioni commissionate dal pubblico ministero Raffaele Guariniello nell’ambito dell’inchiesta aperta su questo fronte, hanno dimostrato che i soccorsi avrebbero impiegato più di quaranta minuti per raggiungere il treno se si fosse bloccato in galleria, lontano dagli accessi stradali.

*Scuola di Giornalismo Luiss

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