VICENZA, 28 APR – ''Non avevo mai sparato, nemmeno mai preso in mano un'arma da fuoco''. Lo ha confidato Francesco Ongaro al suo avvocato, Marta Marzotto, in uno dei colloqui che sta avendo in questi giorni in carcere a Vicenza. Ongaro, 66 anni, e' il vicentino che tornato dalla Germania da pochi giorni per sistemare una questione di eredità ha ucciso due giorni fa ad ad Arzignano (Vicenza), il cognato, Ciro Rossettini, 46 anni. Secondo le ricostruzioni degli investigatori l'omicida si e' procurato il fucile, ne ha segato le canne e lo ha usato per la prima e unica volta giovedi' mattina, esplodendo due colpi contro il cognato.
''Trovo il mio cliente innaturalmente calmo, ancora incapace di esprimere un qualsiasi tipo di emozione. Non piange, non si dispera, non e' neppure arrabbiato. Credo sia ancora sotto choc''. L'avvocato Marta Marzotto, nominata d'ufficio, seguira' Ongaro anche nel delicato passaggio dell'udienza di convalida dell'arresto. Il pubblico ministero Luigi Salvadori ha trasferito oggi il fascicolo al giudice e sara' Stefano Furlani ad ascoltarlo nelle prime ore di lunedi' mattina.
''Chiederemo gli arresti domiciliari per motivi di salute – ha spiegato l'avvocato Marzotto – anche se ancora non sappiamo esattamente dove Ongaro potrebbe essere fisicamente collocato. Dopo aver fatto esplodere la sua rabbia contro il cognato, del resto, l'uomo non pare essere socialmente pericoloso e il timore di reiterazione e' minimo. Quando e' stato fermato – sottolinea l'avvocato – Ongaro stava andando a costituirsi. Eventualmente la preoccupazione riguarda la sua capacita' di non nuocere a se stesso''. Ongaro, da quanto si e' appreso, avrebbe timore del riacutizzarsi di una grave malattia allo stomaco. Lunedi' e' fissata l'autopsia affidata a Andrea Galassi. Da capire soltanto quale dei due colpi sia stato quello mortale.