Uccisero e appesero lupo a una fermata: due denunciati a Rimini

Uccisero e appesero lupo a una fermata: due denunciati a Rimini (foto d'archivio Ansa)
Uccisero e appesero lupo a una fermata: due denunciati a Rimini (foto d’archivio Ansa)

RIMINI – Due persone [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,Ladyblitz – Apps on Google Play], un 82enne (F.O. le iniziali), padre del titolare di un agriturismo della zona, e un operaio di 43, L.R., sono state denunciate con l’accusa di aver avvelenato, ucciso e appeso a una fermata un lupo lo scorso novembre. L’episodio avvenne a Coriano, in provincia di Rimini. I due sono accusati di maltrattamento, cattura, uccisione e furto aggravato di un esemplare di una specie animale particolarmente protetta.

I dettagli dell’indagine, in una conferenza stampa alle 11.30 alla presenza con il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Giuseppe Sportelli, e il comandante del gruppo carabinieri Forestali, colonnello Aldo Terzi.

Hanno prima stordito l’animale con del veleno per topi, poi l’hanno infilzato con un forcone fracassandone il cranio. Quindi hanno trasportato la carcassa ad una fermata dell’autobus per appenderla a testa in giù alla pensilina numero 913 di Coriano, in provincia di Rimini.

Le indagini.

Dopo l’autopsia sulla carcassa, i militari hanno fatto intercettazioni telefoniche, comparazione del Dna, perquisizioni e raccolta di prove documentali, con visione delle telecamere a circuito chiuso. E’ stato proprio grazie alle immagini che i carabinieri hanno rintracciato un furgone bianco, ripreso mentre è stato in sosta per 40 secondi alle quattro di notte, di fronte alla pensilina. Grazie a uno ‘screening’ sui furgoni, gli inquirenti sono quindi risaliti al titolare dell’azienda agricola e, in seguito ad una perquisizione in casa, hanno potuto acquisire campioni di sangue e materiale organico all’interno del mezzo che, grazie alla comparazioni di Dna, sono risultati compatibili con quelli del lupo ucciso. Il lavoro sulle celle telefoniche e le intercettazioni telefoniche ambientali hanno contribuito a costruire l’accusa contro i due indagati, il padre del titolare dell’azienda agricola e un suo operaio, che sono risultati essere nei pressi della pensilina, poco prima delle 4 di notte. Infine, in occasione della perquisizione nell’azienda, i militari della Forestale hanno accertato ulteriori reati come la macellazione clandestina di animali, maltrattamento di animali, abbandono di rifiuti, detenzione illecita di animali pericolosi, per la presenza di un cinghiale, per cui è indagato il titolare dell’azienda agricola e agriturismo.

 

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