Un kg di zucchine? Fanno 2 h di volontariato. Modena, apre supermercato solidale

MODENA – “Salve, mi dà un kg di zucchine?” “Prego, fanno 2 ore di volontariato”. I numeri sono di fantasia ma è questo il concept alla base di Emporio Portobello, il nuovo supermercato solidale che aprirà i battenti a metà giugno a Modena.

In Usa li chiamano people supermarket, punti vendita pensati per famiglie in difficoltà e gestiti da associazioni di volontariato. Una sorta di supermercato per disoccupati e l’innovativo sistema di pagamento è appunto in ore di lavoro: su una tessera a punti vengono caricati i prezzi dei prodotti acquistati e convertiti in ore di volontariato. La gestione dell’Emporio è affidata al Centro servizi volontariato della città, “un’organizzazione formata da 21 associazioni” presso le quali saldare i propri acquisti. Coordinatore del progetto è Luigi Zironi.

Un ruolo strategico giocano poi i Servizi sociali del Comune di Modena che si incaricheranno di assegnare alle famiglie la possibilità di accesso all’Emporio sulla base del reddito Isee, lo stato di disoccupazione, il numero di persone in famiglia.

Ma come funziona il pagamento? Con dei punti caricati sul codice fiscale e, possibilmente, in ore di volontariato. Zironi raggiunto dal Corriere ha spiegato: “Le persone che usufruiranno del servizio saranno perlopiù disoccupati. Noi li inviteremo caldamente a utilizzare parte del loro tempo per attività nelle associazioni locali. Per indirizzarli a quella che più si addice a ogni individuo gli addetti del Csv sottoporranno gli utenti a un colloquio conoscitivo di orientamento”.

Sugli scaffali dell’Emporio si troveranno i prodotti offerti dalle aziende locali e i ricavi delle raccolte alimentari. “Per ora abbiamo più di cinque tonnellate di cibo e i materiali messi a disposizione dalle imprese per la costruzione dell’Emporio. Abbiamo accordi con Coop e Conad e sostegno da alcune aziende ma stiamo cercando supporto per comprare altri prodotti, altrimenti dopo un mese saremo già chiusi”.

Lo stesso supermercato sarà gestito interamente da volontari: più di ottanta quelli che si sono messi a disposizione.

Portobello non è certo il primo caso di eccellenza in Italia: a Parma un’iniziativa simile è sorta quattro anni fa. Lì l’Emporio sfama ogni anno più di 700 famiglie, a fronte di una domanda di oltre 2mila e nel 2012 ha venduto cibo per un valore di 940mila euro, in punti volontariato si intende. Così si evitano pure gli sprechi di cibo: “Salviamo alimenti ottimi che altrimenti verrebbero buttati – spiega il vicepresidente ddel progetto parmense, Giacomo Vezzani – un esempio? I supermercati ci consegnano bancali di lattine ammaccate o prodotti in scadenza ravvicinata che noi mettiamo in offerta”.

Poi c’è la rete degli Empori Caritas, maggiormente diffusi sul territorio anche per ragioni di “anzianità”. Empori Caritas sono presenti per esempio a Trieste, Roma e Prato.

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