Università Firenze: meno esami fai, più tasse paghi

Università Firenze: meno esami fai, più tasse paghi
Università Firenze: meno esami fai, più tasse paghi

ROMA – Università Firenze: meno esami fai, più tasse paghi. Una rivoluzione negli atenei italiani: le tasse universitarie legate al profitto negli studi, in pratica più esami fai meno spendi. Si parte con l’Università di Firenze che sposa la soluzione più drastica: gli iscritti saranno divisi in tre gruppi in base a regolarità e crediti, tre scaglioni con tassazione diversa. L’ultima legge di stabilità, nell’ambito dell’autonomia degli atenei, si limita ad imporre per legge una “no tax area” per gli studenti meno abbienti (Isee sotto i 13mila euro) e più meritevoli e produttivi (non oltre un anno di fuori corso, almeno 10 crediti conseguiti entro il 10 agosto del primo anno e 25 crediti per gli anni successivi).

A Firenze invece la bozza della delibera che sarà presentata al Senato accademico – irricevibile per gli studenti che annunciano battaglia – prevede appunto tre categorie: i regolari e produttivi, i regolari o produttivi, coloro che che non rispettano entrambi i criteri.

Secondo i calcoli dell’università il nuovo sistema dovrebbe portare benefici a 20mila studenti (i più meritevoli e con minori mezzi economici), mentre per altri 7.500 le tasse rimarrebbero invariate. A pagare di più, sarebbero infine altri 20mila studenti. (Valeria Strambi, La Repubblica)

“Il problema è che questa misura si abbatte sia su chi ha un Isee altissimo, pari a 125mila euro, sia su chi ha un Isee di 16mila euro o più basso – accusa Lorenzo Zolfanelli, rappresentante in Cda degli Studenti di Sinistra – Prendiamo chi ha un Isee inferiore a 16mila euro: fino allo scorso anno pagava 202 euro di tassa di iscrizione indipendentemente dai risultati accademici. D’ora in avanti, chi è bravissimo non pagherà niente, chi è bravino pagherà più o meno come lo scorso anno, ma chi è indietro dovrà pagare quasi 400 euro l’anno. Circa 200 euro in più rispetto a prima. In pratica, verranno introdotte vere e proprie sanzioni che possono andare da 130 a 330 euro in più rispetto a quanto pagano i bravi”.

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