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Uranio impoverito, Emanuele Pecoraro morì a 31 anni: ministero della Difesa condannato al risarcimento

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Uranio impoverito, Emanuele Pecoraro morì a 31 anni: ministero della Difesa condannato al risarcimento (La sede del ministero della Difesa)

TARVISIO (UDINE) – Morì a 31 anni a causa dell’esposizione all’uranio impoverito: i giudici condannano il Ministero della Difesa a risarcire la famiglia. Lo ha stabilito il 12 ottobre scorso il Tribunale ordinario di Roma, esprimendosi sul caso di Emanuele Pecoraro, caporal maggiore dell’esercito e parà della Folgore deceduto a 31 anni il primo luglio del 2007.

Emanuele Pecoraro, detto Pek, era stato impegnato in Kosovo, prima come fuciliere a Pec e poi come guastatore a Dakovica. Aveva poi prestato servizio a Khowst, in Afghanistan, e a Nassiria, in Iraq, ricorda Luciano Patat sul Messaggero Veneto. 

I primi sintomi del male si erano manifestanti nel 2006, appena Emanuele era rientrato in Italia. La diagnosi aveva rivelato un carcinoma osseo, e un anno dopo è arrivata la morte. Adesso, dieci anni dopo, il Tribunale di Roma ha riconosciuto che ad uccidere Emanuele Pecoraro è stata l’esposizione all’uranio impoverito e ha condannato il ministero della Difesa a risarcire i genitori del parà, Mariano e Nadia Pecoraro, e la sorella Sara, dal momento che il dicastero, si legge nella sentenza,

“non aveva informato i militari del rischio di insorgenza delle malattie tumorali, né aveva dotato i militari, stanziati nelle zone interessate dalle missioni in questione, degli opportuni dispositivi di sicurezza idonei a prevenire l’inalazione e in generale il contatto con polveri di uranio impoverito”.

La famiglia di Emanuele ha espresso soddisfazione per la sentenza: “Per noi è una liberazione. Non ci interessano i soldi, perché nostro figlio non lo potremo riavere indietro, ma giustizia è fatta. Glielo dovevamo. Per noi è un successo enorme, ci sono famiglie che aspettano risposte anche da 13-14 anni”.

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