Ustica, tribunale Palermo: "Aereo abbattuto in azione di guerra"

PALERMO, 21 SET – C'era un'azione di guerra nel cielo di Ustica la notte del 27 giugno del 1980, quando il Dc9 dell'Itavia precipito' in mare. La verita' sul disastro costato la vita a 81 persone arriva dopo 30 anni ed e' contenuta nella sentenza del tribunale civile di Palermo che ha condannato i ministeri della Difesa e dei Trasporti a un risarcimento record in favore dei familiari delle persone decedute.

''Tutti gli elementi considerati – scrive il giudice Paola Proto Pisani nelle 200 pagine di motivazione depositate oggi – consentono di ritenere provato che l'incidente accaduto al DC9 si sia verificato a causa di un intercettamento realizzato da parte di due caccia, che nella parte finale della rotta del DC9 viaggiavano parallelamente ad esso, di un velivolo militare precedentemente nascostosi nella scia del DC9 al fine di non essere rilevato dai radar, quale diretta conseguenza dell'esplosione di un missile lanciato dagli aerei inseguitori contro l'aereo nascosto oppure di una quasi collisione verificatasi tra l'aereo nascosto ed il DC9''.

Dalla motivazione della sentenza, resa pubblica dagli avvocati Alfredo Galasso e Daniele Osnato, si trae un quadro completo di tutti gli atti emersi durante il procedimento penale, riproposti al vaglio del processo civile da parte dei legali dei familiari delle vittime.

Il tribunale civile era chiamato a stabilire se i ministeri avessero messo in atto ogni azione per la tutela dell'incolumita' del volo civile e se avessero impedito ai parenti delle vittime di conoscere la verita'.

Cosi' il giudice ha risposto ai due quesiti posti dai legali: ''i fatti accertati rilevano una situazione aerea complessa che puo' avere consentito l'inserimento di un velivolo nella scia del DC9 al fine di evitare di essere rilevato dai radar, e una serie di anomalie sia nelle rilevazioni radar che nel comportamento dei velivoli presenti nelle immediate vicinanze del DC9''.

E da cio' deriva la responsabilita' per ''concorso in disastro aviatorio'' di chi, addetto al controllo radar dei voli civili, aveva obbligo di impedire l'evento. Secondo i giudici, inoltre, il ministero della Difesa avrebbe ostacolato ''l'accertamento delle cause del disastro, cosi' impedendo l'identificazione degli autori materiali del reato di strage che sono potuti restare impuniti''.

Alcuni ufficiali e sottoufficiali dell'Aeronautica Militare italiana si sarebbero resi responsabili di false testimonianze, favoreggiamento, abuso d'ufficio, soppressione di atti pubblici, falsi documentali, insomma di un ''vero e proprio depistaggio''. Cosi' ostacolando la giustizia ed impedendo ai familiari delle vittime di conoscere autori e responsabilita' del disastro. Da cio' la responsabilita' del ministeri per gli atti (illeciti) commessi dai loro dipendenti, nell'esercizio delle attribuzioni loro assegnate.

''I ministeri con la presente sentenza – scrive il tribunale – vengono infatti condannati al risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali subiti dagli attori per la perdita dei loro congiunti, per avere concorso colposamente a provocare la caduta dell'aereo''.

La sentenza infine riconosce ''l'interesse dei familiari delle vittime a conoscere come e perche' i congiunti sono morti e anche perche' tale conoscenza sia stata cosi' evidentemente preclusa per trent'anni''. ''L'esigenza di conoscere la verita' – si legge nel provvedimento – ''e' indispensabile per poter definitivamente seppellire i morti e compiutamente elaborare il lutto che e' conseguito al disastro aereo di Ustica''.

Gestione cookie