ROMA – Disinteressati, pigri, calcolatori e male informati: sono questi i profili di chi non vuole i vaccini o li ignora secondo l’identikit fornito dalle università tedesche di Erfurt e Aquisgrana, in collaborazione con l’americana Rutgers University, fondato sull’analisi dei fattori che influenzano le decisioni relative ai vaccini. Problema mondiale e soprattutto italiano dove l’insofferenza e l’ostilità ai vaccini sta riportando in vita malattie considerate estinte nel nostro paese, come la pertosse.
Il calo delle coperture vaccinali in Italia è ormai drammatico e serve l’approvazione immediata da parte delle Regioni del nuovo Piano Nazionale Vaccini. Lo afferma il neopresidente dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) Walter Ricciardi, secondo cui siamo ormai al limite della soglia di sicurezza per evitare grandi focolai di malattie infettive. “La copertura vaccinale nel nostro Paese – rileva Ricciardi – è al limite della soglia di sicurezza e diventa ormai improcrastinabile l’approvazione del nuovo Piano Nazionale per la Prevenzione Vaccinale.
Se non si ha più la cosiddetta “immunità di gregge”, ricordano gli esperti, aumenta il rischio che bambini non vaccinati si ammalino, che si verifichino epidemie importanti, che malattie per anni cancellate non siano riconosciute e trattate in tempo.
Muoiono lattanti di pertosse. ”Il calo delle coperture vaccinali – rileva Alberto Villani, responsabile Pediatria Generale e Malattie Infettive dell’Ospedale Bambino Gesù – è responsabile dei numerosi casi di morbillo e della presenza di malattie che potevano già essere debellate come ad esempio la pertosse, causa del decesso di alcuni lattanti. I dati pubblicati dal ministero della Salute – spiega – si riferiscono alle vaccinazioni esavalenti, da somministrarsi nel primo anno di vita, che con un’unica iniezione permettono di proteggersi da difterite, tetano, pertosse, poliomelite, epatite B e malattie come la meningite causata da Haemophilus. La copertura vaccinale insufficiente riguarda anche quella contro morbillo, rosolia e parotite. Senza le vaccinazioni ci troviamo a dover fronteggiare di nuovo queste malattie, che invece sarebbero facilmente prevenibili. Ad esempio osserviamo epidemie di pertosse, morbillo. Oltre al ritorno, in Europa, di alcune malattie che erano state debellate da molti anni, come ad esempio la poliomielite”.
I dati dell’Istituto Superiore di Sanità pubblicati dal Ministero della Salute, si legge in una nota dell’Iss, indicano infatti un tasso di vaccinazioni al di sotto degli obiettivi minimi previsti dal precedente piano che è ‘scaduto’ nel 2014. “Scendono – si legge – al di sotto del 95% le vaccinazioni per poliomielite, tetano, difterite ed epatite B e la percentuale scende ulteriormente per le vaccinazioni contro il morbillo, la parotite e la rosolia che raggiunge una copertura dell’86%, diminuendo di oltre 4 punti percentuali”.
Codacons insiste: vaccini di massa favore alle case farmaceutiche. Solo le categorie a rischio ”devono sottoporsi a vaccinazione, o è un regalo all’industria farmaceutica: il calo delle vaccinazioni in Italia è il risultato di una maggiore consapevolezza da parte degli utenti, che si informano di più rispetto al passato e scelgono autonomamente se sottoporsi o meno ad un vaccino”. Lo afferma il Codacons, che parla di ”campagna allarmistica da parte di istituzioni ed enti”.
I vaccini antinfluenzali, sostiene il Codacons, ”rappresentano un vero e proprio business che fa incassare alle aziende farmaceutiche qualcosa come 500 milioni di euro all’anno. Chi promuove nel nostro paese vaccinazioni di massa fa solamente un regalo alle aziende del settore”.