Coronavirus e vaccino, una foto d'archivio Ansa Coronavirus e vaccino, una foto d'archivio Ansa

Vaccino: 41% italiani dice no. Mondo: 183 mila contagi in 24 ore

ROMA – Vaccino: 41 per cento italiani dice no. Se ci fosse il vaccino anti Covid 19 quattro italiani su dieci non si vaccinerebbero. Se e quando vaccino ci sarà quasi metà della popolazione italiana ne farà a meno.

La notizia del sondaggio realizzato dalla Cattolica di Milano arriva nel giorno in cui gli umani contagiati da coronavirus sono sul pianeta 183 mila in sole 24 ore, il numero più alto registrato della velocità e virulenza della pandemia.

ITALIA O MONDO, QUAL E’ LA REALTA’?

Italia con la sua percezione di massa di una intervenuta innocuità di coronavirus o mondo dove contagio accelera e allinea cadaveri, quale la realtà?

L’esito del sondaggio è stato clamorosamente sottaciuto dai mezzi di comunicazione di massa. Piccola notizia, piccolo rilievo nei notiziari. Perché?

E’ apparso ovvio, quasi scontato che il 41 per cento degli italiani dica preventivamente no al vaccino? A quel vaccino invocato per mesi come unica concreta e totale salvezza purtroppo lontana e difficile da raggiungere? Perché una notizia enorme è diventata una frasetta piccola piccola nel racconto quotidiano? Probabilmente per la sua stessa enormità che l’ha resa difficile da gestire e capire da parte di un sistema incapace per definizione di interagire con il complesso e complicato.

NON E’ SOLO NO VAX

Analizzare, scomporre, capire quel 41 per cento che dice non preventivo al vaccino è cosa complessa, ardua e pericolosa. Si rischio lo sbaglio e l’abbaglio, soprattutto se l’unico concetto di cui si dispone è il semplicismo. Non è solo No Vax a fare quel 41 per cento, non è solo il pur vasto rifiuto dei vaccini in generale. Il No Vax teorizzato e praticato può alla grossa avere un perimetro pari al 10 per cento della popolazione. Non poca roba, ma siamo lontani dal 40 e passa per cento. E allora?

IL NEGAZIONISMO

E allora la prima e montante componente di quel 41 per cento è il negazionismo in tutte le sue varie forme, mutanti con maggiore velocità ed efficienza riproduttiva e adattativa di quelle dello stesso virus. Negazionismo perché “con queste regole non ce la facciamo”. Commercio, turismo, spettacolo, centri sportivi, trasporti, ogni sorta di attività legata al circolar di gente si è già stufata di sanificare, immascherare, mettere in fila, distanziare…E soprattutto grande è la non sopportazione dell’intollerabile non tornare in massa dei clienti. Quindi basta col “terrorizzare” per una cosa che è diminuita, quasi sparita…non esiste.

Negazionismo di necessità e opportunità da parte di interi comparti di lavoro e opinione. E nagazionismo da stanchezza, semplice stanchezza delle regole. Una stanchezza cronica nei tessuti della società italiana.

Negazionismo poi da anti potere, anti governo, anti Stato: il piacere del dire e del dirsi a me non la raccontano, io non la bevo. Piacere che è una droga neanche tanto leggera e a grandissima diffusione con milioni e milioni di consumatori evidentemente abituali.

Ancora, un po’ di negazionismo da social network e un po’ da genuina e purissima incomprensione, siamo pur sempre il paese in cui uno su tre non è in grado di intendere un testo scritto. 

E infine potentissimo negazionismo da anti scienza e anti pensiero razionale. 

MAGIA DEL VIRUS SPARITO

Tutti insieme questi negazionismi concorrenti hanno prodotto la magia del virus sparito, morto, evaporato, volato altrove. Il pensiero magico ha elaborato una funzione del reale corrispondente a bisogni e preghiere, ha fatto il suo lavoro.

Ma c’è qualcosa di ancor più profondo nel messaggio che viene offerto da quella quasi metà della popolazione che annuncia non si vaccinerebbe. C’è un messaggio gridato di inemendabilità dell’Io che rifiuta, respinge e rigetta il farsi Noi. Altro che popolo che si riscopre nazione e viceversa, altro che tutti insieme intorno ai nostri eroi medici e infermieri. C’è in giro una gran voglia di dire che coronavirus lo hanno montato, gonfiato, che lockdown ha ammazzato noi ma chissà a chi serviva, che hanno esagerato per fregarci…E adesso ci vogliono vaccinare.

Una favoletta ingenua e sciocca raccontava settimane e settimane fa che ne saremmo usciti migliori. Migliori proprio no, speriamo di tenere le posizione e di restare come eravamo prima. Potremmo però anche riuscire nella non facile prestazione di uscirne peggiori di prima.

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