PADOVA – Genitori separati in disaccordo sulla vaccinazione della figlia: il giudice ordina di farla. E’ la sentenza emessa dal tribunale di Padova, a cui si è rivolta una coppia divorziata che non riusciva a trovare un accordo sull’ipotesi di sottoporre o meno la figlia adolescente alla vaccinazione contro il papilloma virus (HPV), un virus che si trasmette per via sessuale e che è ritenuto responsabile in molti casi di tumori all’apparato genitale femminile.
Come spiega Claudio Del Frate sul Corriere della Sera, il giudice ha stabilito che il diritto che deve prevalere è quello della tutela della salute del minore. Per questo motivo il tribunale di Padova ha emesso una sentenza destinata a costituire un precedente, soprattutto in una situazione, come quella italiana, in cui il tema delle vaccinazioni è sempre più dibattuto, con un numero crescente di genitori che scelgono di non sottoporre i propri figli a queste profilassi.
Spiega il Corriere della Sera:
I medici, dal canto loro hanno lanciato un allarme contro la disaffezione verso i vaccini paventando il ricomparire di pericolose malattie che erano scomparse da tempo. Illuminanti, in questo senso, sono i dati forniti dal ministero della salute. A fronte di una copertura ottimale della popolazione che deve essere non meno del 90%, contro il morbillo nel 2015 risultava protetto solo l’85,7% degli italiani, con una punta minima del 68,8% della provincia di Bolzano. Nel 2010 la media nazionale era del 90,6 . Contro la poliomielite la percentuale di vaccinati è del 93,4, mentre era al 96,5 dieci anni fa. Segno che un numero crescente di genitori non sottopone più i figli a profilassi ritenute un tempo indispensabili.
Un caso analogo, ricorda Del Frate, era stato portato lo scorso luglio davanti al tribunale di Modena, ma non si era arrivati ad una decisione.