CUNEO – Il professore di Saluzzo dal 26 agosto è agli arresti domiciliari. Valter Giordano, accusato di aver fatto sesso con due allieve minorenni, esce così dal carcere. Un carcere in cui, dice il figlio Erich, Giordano non riusciva a dormire. In paese tutti lo difendono: allievi e allieve vecchi e nuovi, amici e colleghi. “Ha sbagliato, ma non è un orco”, tutti si ripetono.
Intanto le accuse diventano sempre più gravi, con sms e registrazioni di microspie che testimoniano fatti impossibili da negare. Le due ragazze gli davano del lei, anche nei momenti di intimità. “Manipolate e in sudditanza psicologica“, dicono gli inquirenti. Entrambe le ragazze con storie e situazioni familiari complicate, che nelle attenzioni del professore avevano forse pensato di aver trovato l’amore.
Giusi Fasano sul Corriere della Sera riporta i messaggini e quel “lei” usato prima del sesso, quel lei a mantenere la freddezza prima di tanta intimità, quando professore e allieva si incontrano:
“I carabinieri osservano da lontano l’uomo che «scosta continuamente la tenda della finestra del soggiorno controllando costantemente l’esterno». Lei, una sua studentessa, arriva davanti al portone e gli manda un sms: «Parcheggiato ora. Se vuole apra già. Poi stia attento se entra qualcuno». Risposta: «Aperto, vieni subito». «Anche nei momenti di intimità», annotano gli inquirenti, lui continuerà a mantenere quella distanza, a farsi dare del lei”.
Poi la notizia alla ragazza che Giordano vuole cambiare sezione, uno shock per la giovane, scrive la Fasano:
“«La prego, mi risponda. Perché fa così? Stasera era già uno schifo in famiglia, poi la brutta notizia che lei se ne va. Ora manca solo il tradimento e poi siamo a posto…»”.
Ma nella vita di quest’uomo, separato dal 2011 e con un recente tentativo di suicidio alle spalle, c’è una seconda allieva e un’altra relazione:
“Il prof le scrive: «…dolce e obbediente che mi mandi in paradiso. Mai un no. :)…:-)» oppure: «La bravissima sei tu, dolce e senza complessi». E lei: «Io non pensavo si potessero fare queste cose, xò mi piacciono un sacco». Il 20 luglio del 2013 una delle due gli scrive: «Cmq auguri a noi e ai nostri 2 anni e 8 mesi:) ti amo 🙂 me ne sn dimenticata lunedì :)»”.
Queste e altre le prove che Giordano ha avuto due relazioni con le due studentesse, oggi maggiorenni ma minorenni agli inizi della relazione col professore, che di anni ne ha 57. Nonostante le prove, tutti parlano di errore. Persino a Saluzzo, piccolo paese nella provincia di Cuneo, e persino in tempi in cui additare l’orco è assai più facile che capire e perdonare.
A difendere Giordano, scrive la Fasano, è il figlio Erich:
“«Mio padre ha avuto molti amanti – dice Erich -, lo abbiamo sempre saputo sia io sia mia madre già prima che si separassero. Ma con le donne non ha mai trovato la sua strada. Il pensiero continuo del sesso è una debolezza, lo sfogo di un malessere. Visto il suo ruolo, e se le accuse saranno confermate, stavolta si potrà dire che ha sbagliato. Ma parlare di “disegno criminale…”, dire che “era in cambio di voti…”, che è stata una costrizione…”. Non è vero. È il professore più appassionato, serio e preparato che c’è. Non tradirebbe mai la sua missione per l’insegnamento»”.
Per la Procura però poco importano quelle lezioni di lettere e storia, la passione con cui narrava gesti e fatti, fino a commuovere i suoi studenti:
“Ma per la procura, ovviamente, le sue capacità professionali non contano. Semmai sono uno strumento usato con abilità per creare uno «stato di sudditanza psichica» delle due ragazze, soggiogate da quell’uomo – dice l’inchiesta – «con attività manipolatoria mantenuta nel tempo»”.
Per Pierangelo Sapegno de La Stampa è difficile riuscire a comprendere la distanza tra le parole di chi conosce Giordano, e lo difende, e la Procura che a suon di prove pensa ai capi d’accusa:
“Quello che riesce difficile da capire è la distanza tra queste parole, – e quelle quasi di una comunità intera -, e le accuse della Procura, che lo ha mandato in carcere per i rapporti con due sue studentesse, una delle quali minorenne. E’ che forse tutti gli uomini hanno il loro peccato, e a volte può essere soltanto la nostra debolezza, o la nostra solitudine. I colleghi e gli allievi l’hanno sempre descritto come «un uomo minuto, molto perbene, umile, innamorato del suo lavoro e dei suoi studenti». Non è l’orco delle fiabe. Probabilmente, è solo un uomo”.
Una storia in bilico tra estremi opposti e il professore che rischia una condanna pesantissima, scrive Sapegno:
“Ma è che tutto in questa storia, pare sempre in bilico fra estremi opposti. Il professore rischia condanne pesantissime. Può un uomo perbene far così del male? Non è solo il limite della legge e del suo freddo distacco dai sentimenti, a renderci oggetti senza anime in ogni processo, ma è anche, molto di più, l’abisso incomprensibile delle tragedie umane, che ci travolgono senza che noi possiamo far niente per fermarle. Per Giordano, molto, invece, sta succedendo. Adesso pure i suoi colleghi hanno scritto accorate righe in sua difesa: «Non ci si improvvisa professori stimati e ricordati in modo tanto unanime e duraturo dagli studenti, dai colleghi e dalle famiglie. Sulla competenza e sull’umanità del professor Giordano, sulla sua generosità e dedizione agli studenti e alla scuola, sulla sua cultura fuori dal comune, nessuno può nutrire il minimo dubbio»”.
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