Vandali distruggono campo di riso modificato per resistere a un fungo. Pensavano fosse Ogm

di redazione cronaca
Pubblicato il 21 Giugno 2024 - 19:55
campo di riso foto ansa

Un campo di riso, foto Ansa d’archivio

Il campo sperimentale di riso ottenuto con le Tea, tecniche di evoluzione assistita, è stato “completamente distrutto” la notte scorsa “da ignoti”. Il campo si trova in provincia di Pavia: qualcuno nella notte, dopo aver manomesso la telecamera di sorveglianza e divelto la rete metallica di protezione, ha tagliato e sradicato le piantine. Lo fa sapere la Regione Lombardia che aveva avviato la sperimentazione con l’Università degli Studi di Milano. “Non parliamo di atto vandalico. Si tratta di un gesto criminale, che compromette una sperimentazione che per primi in Italia eravamo riusciti ad avviare” commenta l’assessore regionale all’Agricoltura Alessandro Beduschi. 

La Lombardia aveva avviato a Mezzana Bigli, in provincia di Pavia, la prima sperimentazione dell’Università degli Studi di Milano di queste tecniche, per testare la risposta delle piante al fungo responsabile della malattia nota come “brusone”. Le Tea, infatti, puntando sul miglioramento genetico (non ogm) permettono di ottenere piante più resistenti alle malattie, riducendo l’uso di pesticidi e fitofarmaci e razionalizzando l’impiego di acqua. Per Beduschi si tratta di un gesto “criminale” contro una sperimentazione avviata “con uno sforzo politico importante e unendo le migliori competenze scientifiche sulla materia. Non ci sono commenti per condannare il gesto di chi, pensando di distruggere un piccolo campo di 28 metri quadri, ha bloccato anni di studi che finalmente potevano essere applicati in concreto”.

L’assessore ha anche fatto sapere “che verranno subito presentate le denunce del caso perché si possa fare chiarezza sull’accaduto”. “Assistiamo – aggiunge Maria Pia Abbracchio, pro rettrice vicaria della Statale di Milano con delega al coordinamento e alla promozione della ricerca – a un rigurgito di violenza oscurantista e antiscientifica che come Università Statale non abbiamo alcuna intenzione di tollerare”. Un episodio che “causa un danno incalcolabile all’intera comunità scientifica” ha concluso Abbracchio sottolineando che “il lavoro dei nostri scienziati riprenderà e proseguirà con convinzione e impegno anche maggiori”.