Vaprio d'Adda. Sparò al ladro, assolto, pistola ritirata... ma riconsegnata al figlio Vaprio d'Adda. Sparò al ladro, assolto, pistola ritirata... ma riconsegnata al figlio

Vaprio d’Adda. Sparò al ladro, assolto, pistola ritirata… ma riconsegnata al figlio

Vaprio d'Adda. Sparò al ladro, assolto, pistola ritirata... ma riconsegnata al figlio
Vaprio d’Adda. Sparò al ladro, assolto, pistola ritirata… ma riconsegnata al figlio

ROMA – A ottobre 2015, il pensionato Francesco Sicignano di Vaprio d’Adda sorprese un ladro, l’albanese Gjergi Gjoni, nella cucina di casa sua nella sua villetta prima di sparargli uccidendolo: oggi è libero e scagionato da ogni accusa, ma la Colt 38 che gli avevano sequestrata non può più detenerla né tanto meno utilizzarla. In compenso la pistola è stata consegnata al figlio che vive al terzo piano della villetta, essendo le unità abitative distinte. 

Ricostruita, la vicenda racconta qualcosa di più e di meno scontato a proposito della legittima difesa, dove  a decidere è sempre il giudice che interpreta caso per caso a dispetto degli automatismi più invocati che concreti sulla “difesa legittima”.

Indagato per omicidio volontario, la sua posizione fu archiviata nel 2017 quando fu riconosciuta la legittima difesa e la ricostruzione del pensionato secondo cui si spaventò vedendo avvicinarsi un’ombra nel buio.

Con l’archiviazione il giudice dispose anche la restituzione dell’arma, ma il Tar confermò il primo provvedimento.

“La legittimità deve essere valutata alla luce della situazione di fatto e del quadro normativo di riferimento esistenti al tempo di emanazione del provvedimento”. All’epoca, 48 ore dopo la sparatoria – segnala Il Giorno -, “le informazioni a disposizione del prefetto evidenziavano che il corpo della vittima era stato ritrovato bocconi sulla rampa di scale all’esterno dell’abitazione, come se la vittima stesse salendo le scale nel momento in cui veniva raggiunto da un proiettile al torace”. E ancora: “All’interno dell’abitazione non erano state rinvenute né tracce di sangue né l’ogiva del proiettile”. (fonte Il Giorno)

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