Nel cuore del Piemonte chi vuole indossare il tradizionale velo islamico può dimenticarsi questo diritto. A Varallo Sesia un’ordinanza comunale vieta l’uso di burqa, burqini e niqab: il sindaco leghista Gianluca Buonanno ha piazzato persino i cartelli stradali che ricordano la norma.
L’amministrazione ha pensato a tutto, i segnali sono comprensibili anche agli arabofoni, ci sono i sottotitoli anche in arabo. Chiunque non rispettasse il volere del primo cittadino e del suo staff è prevista una multa da 500 euro. Risulta scarsa anche la possibilità di sbagliare, perché i cartelli sono sparsi per tutto il paese e sembrano proprio inequivocabili: la scritta contro il burqa è inserita all’interno del classico simbolo del divieto stradale, ben evidenziato in colore rosso, e accompagnata da un’altra scritta poco incoraggiante per gli stranieri: “Vietata l’attività a vu’ cumprà e mendicanti”.
«Oltre a fare ordinanze, che anche altri hanno fatto, trovo molto più immediato e comprensibile se si installano i cartelli», spiega il sindaco Buonanno. «Non siamo contro qualcuno, ma per una vera integrazione. Qui ci sono delle regole e vanno rispettate, vogliamo rispetto e legalità. Viviamo abbastanza bene da noi, ma prevenire è meglio che curare».
«A Varallo non girano persone con il burqa, e così deve rimanere e anche chi viene in città da fuori deve vedere che noi su questi temi la pensiamo così. La vera integrazione – dice ancora il primo cittadino – è il giusto equilibrio che aiuta anche gli extracomunitari integrati, che sono i primi ad essere d’accordo».
Cartelli stradali a parte, il sindaco di Varallo ha in cantiere un’altra ordinanza singolare: «È un’iniziativa prevista dal decreto sicurezza e dalla prossima settimana – annuncia Buonanno – proporremo a ogni extracomunitario maggiorenne della città una sorta di contratto personale, nel quale ci si impegna a rispettare le nostre tradizioni, usi e costumi, dal crocifisso al presepe a scuola. La firma è naturalmente libera, ma chi non lo fa poi non venga a chiedere aiuti per mense e scuolabus. Significa che l’integrazione non ti interessa».
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