Varese, Napoli e Palermo: 3 tragiche storie in una giornata di follia omicida

Pubblicato il 18 Maggio 2013 - 16:57 OLTRE 6 MESI FA
Varese, Napoli e Palermo: 3 tragiche storie in una giornata di follia omicida

Ivan Irrera e i due figli

ROMA – Una giornata di pura follia omicida. Un sabato tragico. Due storie (tre se ci si aggiunge quella di Palermo) inconcepibili quelle che arrivano da Varese e da Napoli. Una madre che getta i due figli, di 3 e 6 anni appena, giù dalla finestra. “Non ce la facevo più, l’ho fatto per il loro bene“, ha detto. “Sono depressa e non riuscivo a risolvere i miei problemi”. A Napoli una donna di 88 anni è stata invece strangolata dal figlio, il tutto di fronte alla badante dell’anziana, così, come se niente fosse. Due storie che si uniscono a quella di Palermo, accaduta venerdì ma che ha avuto l’epilogo più tragico ancora in questo folle sabato. E’ infatti morto il bambino colpito dal padre. Padre che poi si è tolto la vita.

La tragedia di Varese. E’ da poco passato mezzogiorno a Busto Arsizio, in provincia di Varese quando una madre di 42 anni, presa da un raptus che per definizione non ha spiegazioni logiche, ha gettato i suoi due figli di 6 e di 3 anni dal balcone di casa, situato al terzo piano, con affaccio sul cortile interno. I piccoli hanno compiuto un volo di oltre 7 metri e sono atterrati su un tavolino sul terrazzo dei vicini del primo piano, che hanno chiamato l’ambulanza. Il bimbo di 6 anni ha riportato una frattura occipitale e una lesione a una vertebra, ed è stato ricoverato a Legnano. La bambina di 3 anni ha riportato una frattura al torace con versamento di sangue nel polmone, e si trova nell’ospedale di Busto Arsizio. Per entrambi la prognosi è riservata. I medici sarebbero ottimisti, in quanto la frattura alla vertebra del maschietto non avrebbe leso il midollo spinale; speranze anche per la bambina. Forse la presenza del tavolino in plastica proprio in quel punto ha in qualche modo miracolosamente attutito gli effetti della caduta.

La madre è stata posta in stato di fermo. Italiana, sposata con un professionista, in passato era stata in cura per disturbi legati alla depressione. Secondo le prime testimonianze la donna ha lanciato prima la bambina più piccola e poi, a distanza di pochi istanti, anche il figlio maggiore: il vicino del primo piano ha visto precipitare la piccola, ha chiamato l’ambulanza e proprio in quell’istante ha visto cadere anche il fratellino. Una vicina ha raccontato che sentiva spesso la donna urlare contro i figli.

La tragedia di Napoli. Un figlio che uccide la madfe, un’anziana donna trovata sabato mattina senza vita nel suo letto, in un’abitazione di Boscotrecase, nel Napoletano, dai carabinieri di Torre Annunziata. A dare l’allarme, chiamando il 112, è stata la badante della donna, che ha assistito al delitto senza però riuscire a fermare l’uomo. La vittima, Giuseppina Portanova, 88 anni, sarebbe stata strangolata da Vincenzo Villani, 48 anni, incensurato, che abitava con lei, al culmine di una lite. L’uomo, interrogato dai carabinieri, ha ammesso l’omicidio, ed è stato arrestato. Il cadavere è stato trovato in via Salvo d’Acquisto, al numero civico 80, nell’abitazione della famiglia Portanova.

La tragedia di Palermo. Il figlio di Ivan Irrera dopo 24 ore di agoni non ce l’ha fatta. Per 24 ore il bimbo, 7 anni appena, ha combattuto tra la vita e la morte dopo che il padre, Ivan, gli ha sparato un colpo in piena fronte. Solo un colpo al figlio, prima di rivolgere la pistola contro di sé ed uccidersi. Ma la mattina del 18 maggio il bimbo non ce la fa e muore. Questa la tragedia che si è consumata a Misilmeri, in provincia di Palermo, tragedia iniziata la mattina del 17 maggio e durata 24 ore.