Varianti Covid in Centro Italia: si valuta allungamento della quarantena a 21 giorni Varianti Covid in Centro Italia: si valuta allungamento della quarantena a 21 giorni

Varianti Covid in Centro Italia: sempre più focolai, si valuta allungamento della quarantena a 21 giorni

Allarme varianti Covid in Italia, in particolare nelle Regioni centrali, dove si registrano importanti focolai. Per questo Ministero della Salute e Iss stanno valutando insieme con il Cts nuove misure più stringenti, come l’ipotesi di allungare la quarantena a 21 giorni.

Se prima si inseguiva il coronavirus in Italia, ora si rischia di inseguire le sue varianti. In alcune province di Marche e Abruzzo la metà dei contagi è dovuta alla variante inglese. In Emilia Romagna si stima invece un 30%. C’è poi anche la variante brasiliana a Chiusi, in Toscana. 

In generale, secondo il quotidiano la Repubblica, i casi certificati di variante inglese in Italia sono già 162, ma il dato potrebbe essere sottostimato.

L’Istituto Superiore di Sanità (Iss) in collaborazione con tutte le Regioni e province autonome, ha avviato una indagine rapida per ottenere una prima mappa della sua diffusione. L’obiettivo è valutare sulla base dei dati di due giorni, la prevalenza della variante inglese. Tutte le Regioni sono state invitate ad analizzare un campione dei tamponi positivi del 3 e del 4 febbraio alla ricerca della variante inglese.

Secondo i primi dati raccolti, la variante inglese è presente nel 30-50% dei campioni, in particolare nelle Regioni del Centro Italia. Secondo gli esperti il ceppo britannico ha una contagiosità “impressionante”, specie tra i più giovani. Dove è presente il virus inglese, la curva dei contagi “sale in modo quasi verticale”.

Varianti in Umbria, Molise e Puglia

L’ombra della mutazione inglese, ma anche di quelle brasiliana e sudafricana, si allunga sull’Umbria in gran parte rossa, che ha 500 ricoverati, in un territorio piccolo, uno in più ogni ora, ma anche su altre regioni, come il Molise e la Puglia.

Lockdown locali si moltiplicano nel timore che le versioni più contagiose e meno conosciute del virus dilaghino come nel Regno Unito. 

Sono in lockdown Perugia e provincia, sempre in Umbria sei comuni del Ternano, circa 65 mila persone in tutto, e 28 piccoli centri del basso Molise.

In Puglia il sindaco di Serracapriola (Foggia), al confine, chiederà la zona rossa temendo il contagio. Si invocano più controlli sugli spostamenti dalla piccola regione confinante.

A Chiusi (Siena), zona rossa fino al 14 febbraio per l’aumento dei casi tra cui contagi provocati dalle varianti, è partito, con oltre cinquemila prenotati su ottomila abitanti, lo screening di massa.

La spettro delle varianti va contrastato secondo gli esperti aumentando di molto i tamponi e il sequenziamento delle mutazioni, parte integrante della strategia inglese alla quale il governo Draghi avrebbe intenzione di ispirarsi.

Variante inglese nelle Marche

La variante inglese si è diffusa anche nelle Marche: il primo allarme nelle scorse con la segnalazione di alcuni casi positivi nelle scuole di tre località: Tolentino e Pollenza (Macerata) e Castelfidardo (Ancona), con quarantena, Dad e tamponi a tappeto.

Secondo il direttore del Laboratorio di Virologia degli Ospedali Riuniti di Ancona Stefano Menzo, la variante sta circolando soprattutto ad Ancona e provincia, è presente in “metà dei tamponi” molecolari analizzati per quel territorio.

“E’ più contagiosa, ma non risulta che sia più patogena” rassicura, e nelle Marche non c’è traccia di altre varianti come la brasiliana o la sudafricana che hanno portato a zone rosse circoscritte in altre regioni.

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