Vatileaks, mons. Becciu: “Pubblicazione carte riservate grave e immorale”

Pubblicato il 29 Maggio 2012 - 17:47 OLTRE 6 MESI FA

CITTA’ DEL VATICANO, 29 MAG – ”Considero la pubblicazione delle lettere trafugate un atto immorale di inaudita gravità”. Lo afferma il sostituto della Segreteria di Stato, mons. Giovanni Angelo Becciu, in un’intervista all’Osservatore Romano. ”Non appena accertato il fatto, il 25 maggio la Sala Stampa della Santa Sede ha diffuso la notizia, anche se e’ stato uno choc per tutti e questo ha creato un po’ di smarrimento. Del resto l’indagine e’ ancora in corso”, sottolinea mons. Becciu.

Mons. Giovanni Angelo Becciu, commenta l’inchiesta in Vaticano sulla fuga dei documenti segreti e l’arresto di Paolo Gabriele, così: “Vi è stato, vi è e vi sarà un rispetto rigoroso delle persone e delle procedure previste dalle leggi vaticane”. ”Soprattutto – spiega mons. Becciu – perche’ non si tratta unicamente di una violazione, gia’ in se’ gravissima, della riservatezza alla quale chiunque avrebbe diritto, quanto di un vile oltraggio al rapporto di fiducia tra Benedetto XVI e chi si rivolge a lui, fosse anche per esprimere in coscienza delle proteste”.

Il numero due della Segreteria di Stato sottolinea che ”non sono state semplicemente rubate delle carte al Papa, si e’ violentata la coscienza di chi a lui si rivolge come al vicario di Cristo, e si e’ attentato al ministero del successore dell’apostolo Pietro”. ”In parecchi documenti pubblicati, ci si trova in un contesto che si presume di totale fiducia – aggiunge mons. Becciu -. Quando un cattolico parla al Romano Pontefice, e’ in dovere di aprirsi come se fosse davanti a Dio, anche perche’ si sente garantito dalla assoluta riservatezza”.

E in relazione al libro di Nuzzi: “Penso che in questi giorni, da parte dei giornalisti, insieme al dovere di dare conto di quanto sta avvenendo, ci dovrebbe essere anche un sussulto etico, cioe’ il coraggio di una presa di distanza netta dall’iniziativa di un loro collega che non esito a definire criminosa”.

In vaticano ”non siamo mummie, e i diversi punti di vista, persino le valutazioni contrastanti sono piuttosto normali”. ”Dietro ad alcuni articoli – dice il numero due della Segreteria di Stato nell’intervista rilasciata al direttore Giovanni Maria Vian – mi pare di trovare un’ipocrisia di fondo. Da una parte si accusa il carattere assolutista e monarchico del governo centrale della Chiesa, dall’altra ci si scandalizza perche’ alcuni scrivendo al Papa esprimono idee o anche lamentele sull’organizzazione del governo stesso”.    ”Molti documenti pubblicati non rivelano lotte o vendette – aggiunge l’arcivescovo – ma quella libertà di pensiero che invece si rimprovera alla Chiesa di non permettere. Insomma, non siamo mummie, e i diversi punti di vista, persino le valutazioni contrastanti sono piuttosto normali. Se qualcuno si sente incompreso ha tutto il diritto di rivolgersi al Pontefice. Dov’e’ lo scandalo?”.

Benedetto XVI è “addolorato”, perché ”stando a quanto sinora si e’ potuto appurare, qualcuno a lui vicino sembra responsabile di comportamenti ingiustificabili sotto ogni profilo”. E se ”prevale nel Papa la pieta’ per la persona coinvolta. Ma resta il fatto che l’atto da lui subito e’ brutale”. “Benedetto XVI – dice Becciu – ha visto pubblicate carte rubate dalla sua casa, carte che non sono semplice corrispondenza privata, bensi’ informazioni, riflessioni, manifestazioni di coscienza, anche sfoghi che ha ricevuto unicamente in ragione del proprio ministero. Per questo il Pontefice è particolarmente addolorato, anche per la violenza subita dagli autori delle lettere o degli scritti a lui indirizzati”.