ROMA – ”Io non ho ricevuto documenti originali trafugati: tutti i documenti che poi sono finiti nel mio libro li ho ricevuti in fotocopia. Gli originali devono essere ancora negli archivi dei vari enti vaticani”. Così Gianluigi Nuzzi, autore del libro ”Sua Santita”’, replica cosi’ alle ipotesi fatte in Vaticano sul fatto che nell’aver ricevuto carte riservate si configuri il reato di ricettazione.
A proposito delle ”voci di condanna” che si alzano dal Vaticano per la pubblicazione di “Sua Santità”, Nuzzi, parlando con l’Ansa, si dice ”colpito dal fatto che si sostenga che i documenti contenuti sarebbero stati sottratti, che ci sarebbe stato un furto. Si ipotizza precipitosamente – aggiunge – che i destinatari, cioe’ i giornalisti, sarebbero colpevoli di ricettazione”. Nei primi giorni Nuzzi ha risposto rifacendosi al diritto di cronaca, ”perché in Italia la ricettazione di notizie non esiste”. Ora pero’ va oltre. ”Il furto – spiega – presuppone che qualcuno si appropri di qualcosa di qualcun altro. Si ipotizza quindi che le fonti avrebbero rubato i documenti originali e che questi siano stati passati ai giornalisti. Per quanto mi riguarda cio’ non corrisponde al vero”.
”Tutti i documenti li ho ricevuti in fotocopia – aggiunge l’autore il giornalista -. I documenti originali devono essere la’ negli archivi dei diversi enti del Vaticano. La cessione di fotocopie non costituisce reato: altrimenti dovrebbe essere proibita la pubblicazione di qualsiasi notizia supportata da documenti, che non sia basata sulle voci, le chiacchiere, i si dice”.