Vauda Canavese, il Comune alla madre: o paga la mensa, o niente pulmino per il figlio disabile Vauda Canavese, il Comune alla madre: o paga la mensa, o niente pulmino per il figlio disabile

Vauda Canavese, il Comune alla madre: o paga la mensa, o niente pulmino per il figlio disabile

Vauda Canavese, il Comune alla madre: o paga la mensa, o niente pulmino per il figlio disabile
Vauda Canavese, il Comune alla madre: o paga la mensa, o niente pulmino per il figlio disabile

ROMA – Una madre di un piccolo comune del Canavese, Vauda, ha denunciato il sindaco che l’aveva messa davanti a un’alternativa secca: o si metteva in regola con la retta della mensa scolastica, o uno dei suoi quattro figli non avrebbe più usufruito del pulmino per portarlo a scuola. Il fatto è che quel figlio è afflitto da una rara sindrome che gli dà diritto al trasporto gratis previsto per i disabili.

“La signora ci aveva chiesto di accedere al servizio scuolabus senza fare cenno alla disabilità del figlio – spiega a Repubblica il sindaco Alessandro Fiorio- Per avere diritto allo scuolabus è necessario essere in regola con i pagamenti passati. Per questo dagli uffici comunali ha ricevuto quella risposta – prosegue il primo cittadino – Nel momento in cui ci è stato spiegato che alla signora serviva un trasporto diverso, abbiamo chiesto la documentazione che spiegasse le condizioni del ragazzo e ci siamo attivati con l’Asl per risolvere il problema. Proprio ieri ci hanno risposto che, se c’è un accompagnatore, lo studente può usare il servizio scuolabus senza bisogno di altri mezzi. Come vede, ci siamo attivati per risolvere il problema”.

La madre però non ci sta, quella del Comune la ritiene una giustificazione di comodo: “Sono una mamma con quattro bambini malati e seguita dai servizi sociali. Mi chiedo come il Comune possa affermare di non aver avuto presente la mia situazione prima che io presentassi domanda – racconta invece la mamma dello studente – Se ho compilato la domanda per lo scuolabus e non per un trasporto disabili è soltanto perché in Comune mi hanno detto che il modulo non era disponibile”.

(fonte La Repubblica)

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