Vedova ma non sposata: 3 figli non più a carico per il Fisco

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Aprile 2016 - 08:56 OLTRE 6 MESI FA
Vedova ma non sposata: 3 figli non più a carico per il Fisco

Vedova ma non sposata: 3 figli non più a carico per il Fisco

ROMA – Vedova ma non sposata: 3 figli non più a carico per il Fisco. C’è una falla nel diritto di famiglia che riguarda la pensione di reversibilità, ne ha fatto le spese una donna di 37 anni, Tiziana Criscuolo: è rimasta vedova del compagno con cui ha avuto tre figli. Lui, Roberto Damerio, titolare di un’azienda agricola nel Monferrato, è morto improvvisamente a 46 anni in un incidente stradale: per il Fisco Tiziana tecnicamente non è una vedova e i figli, beneficiari del diritto a una pensione di reversibilità (superiore a 2841 euro a figlio a causa dei tetti di spesa), non risultano più a suo carico.

La Cgil di Asti, che ha sollevato il caso, parla di “una legge obsoleta che risale al 1986. Allora si fissò una soglia di 500 mila lire al mese. Ma in 20 anni il costo della vita è raddoppiato”. Tiziana, intervistata da La Stampa, deve vedersela con una burocrazia che se possibile, le rende la situazione ancor più difficile.

Per il fisco i figli, se titolari di una pensione di reversibilità il cui valore supera i 2.841 euro lordi l’anno (a figlio), non risultano più a suo carico. Quindi non possono usufruire delle detrazioni dei rimborsi del 730 (per le spese scolastiche, sanitarie e specialistiche).

«E’ assurdo. Siamo 4 estranei che vivono sotto lo stesso tetto? Tutto ciò è assurdo. Come fa un bimbo con 236 euro lorde al mese a non essere più a mio carico se solo l’asilo nido costa 260 euro al mese? – spiega Tiziana – Possibile penalizzare questi bambini già così tanto penalizzati dalla vita da dover crescere senza un padre? Poi se la legge è uguale per tutti allora perché i figli dei genitori separati rimangono a carico del coniuge anche con assegni superiori a 200 euro? Basterebbe modificare questa legge ingiusta aumentando da 2.840 a 5 mila euro lorde annue». (Laura Secci, La Stampa)