Velletri, detenuto scappa a piedi da auto carabinieri: caccia all’evaso

Velletri, detenuto scappa a piedi da auto carabinieri: caccia all'evaso
Velletri, detenuto scappa a piedi da auto carabinieri: caccia all’evaso

ROMA – E’ uscito dall’auto dei carabinieri e si è dato alla fuga a piedi, con le manette ancora ai polsi. La fuga di Omar Lahbim, pregiudicato di origine marocchine, è iniziata a Velletri nel pomeriggio del 28 luglio, mentre i carabinieri lo scortavano in tribunale per un’udienza. Subito è iniziata la caccia all’evaso nelle campagne di Velletri e sul litorale di Roma, dove l’uomo era stato arrestato e vive.

Il Messaggero scrive:

“Era stato arrestato la sera prima dai militari della stazione di Tor San Lorenzo (Ardea), per maltrattamenti alla giovane moglie romena nella zona delle Salzaree. Dopo il processo per direttissima tenutosi ieri (28 luglio, ndr) al Tribunale di Velletri, il 34enne su disposizione del giudice doveva essere tradotto in carcere dai tre carabinieri che lo scortavano, ma qualcosa non è andato per il verso giusto, e poco prima dell’arrivo al cancello del penitenziario di Contrada Lazzaria, nelle campagne di Velletri, al confine con i territori di Aprilia e Cisterna, quando la gazzella ha rallentato, lo straniero è riuscito ad aprire lo sportello posteriore e correndo come un pazzo si è dileguato tra le vigne e gli uliveti della zona. I due militari hanno cercato di raggiungerlo rincorrendolo ma non sono riusciti a bloccarlo”.

Unità cinofile, elicotteri e circa 100 agenti hanno dato la caccia all’evaso sia a Velletri che sul litorale romano, dove l’uomo vive:

“E’ la prima volta che durante una traduzione al carcere veliterno un detenuto riesce a fuggire da un auto delle forze dell’ordine. Ora bisognerà capire cosa è accaduto, visto che le auto in dotazione alle forze dell’ordine hanno le sicure bloccate dall’interno e dall’esterno quando c’è un detenuto a bordo e le traduzioni degli arrestati secondo le dispozioni giudiziarie vengono fatte almeno da tre militari, due davanti e uno dietro vicino alla persona da tradurre in carcere”.

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