Vendemmia Prosecco: chiama in aiuto gli amici, deve assumerli tutti

Vendemmia Prosecco: chiama in aiuto gli amici, deve assumerli tutti
Vendemmia Prosecco: chiama in aiuto gli amici, deve assumerli tutti

ROMA – Vendemmia Prosecco: chiama in aiuto gli amici, deve assumerli tutti. San Pietro di Feletto, nel trevigiano: alla vendemmia tra i filari delle colline del Prosecco, il titolare di una azienda agricola ha invitato come un gruppo di amici ma si è visto comminare una multa e l’ingiunzione a regolarizzarli tutti dalla Direzione territoriale del Lavoro. Gli ispettori, irremovibili, non hanno sentito ragioni, nemmeno la giustificazione che da sempre in queste vigne è tradizione farsi aiutare da amici e parenti ricambiando in natura con un bel pranzo o semplicemente restituendo il favore.

Da una parte dunque un costume radicato, dall’altra la legge. Che impone all’agricoltore “la stipulazione di un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, anche a tempo parziale, o con contratto a tempo determinato di durata non inferiore ai tre mesi, decorrente dal primo giorno di lavoro ‘in nero'”.

Si dispera quindi l’agricoltore multato, che semplicemente non ha le risorse per regolarizzare tutti. Trema la comunità agricola, spaventata dai raid degli ispettori. Non è nemmeno la prima volta e casi analoghi si registrano anche più a ovest in Piemonte. Sulla Tribuna di Treviso la cronaca degli eventi.

Oltre alla moglie e alla figlia, c’erano la loro collaboratrice domestica, quattro amici, tre cittadini stranieri. Tutto è filato liscio fino alle 12 di venerdì 23 settembre, momento dell’ispezione della Direzione territoriale del lavoro, un organo del Ministero del Lavoro. I carabinieri intervenuti hanno fotografato tutti i presenti e chiesto loro le generalità, prima di redigere il verbale: «All’atto dell’accesso ispettivo venivano trovate al lavoro 11 persone, compreso il titolare, sua moglie e sua figlia. Per i rimanenti vendemmiatori, non veniva data alcuna dimostrazione circa la loro regolarità lavoristica, né sono stati attivati dei voucher per i predetti lavoratori. Nessun dispositivo di protezione individuale di protezione veniva indossato dai vendemmiatori, come da foto detenute dall’organo accertatore. Pertanto sono da ritenersi “in nero”». (Andrea De Polo, La Tribuna di Treviso)

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