Veneto: Piano Casa regionale prorogato di 2 anni

VENEZIA – Il Veneto proroga di due anni il Piano Casa regionale. I termini per gli interventi urbanistici slittano pertanto al 2013, con un ampio potere lasciato ai Comuni, che entro il prossimo novembre potranno deliberare se consentirli e con quali modalità.

Accordo raggiunto. Lungo e travagliato l’iter che ha portato all’approvazione del Piano Casa bis. La prima proposta di proroga risale a un anno fa (firmata da Costantino Toniolo, Pdl), il dibattito in commissione Urbanistica è durato tre mesi e ci sono volute cinque sedute del consiglio regionale per arrivare al risultato attuale. Il testo che fissa al 30 novembre 2013 il termine entro il quale i cittadini veneti possono presentare le domande di ampliamento, demolizione e ricostruzione è stato approvato con 39 voti favorevoli e uno contrario; tre i consiglieri che si sono astenuti. Il vice governatore con delega all’Urbanistica Marino Zorzato, che ha presentato la legge regionale appunto tre mesi fa, ha dovuto fronteggiare più di un ostacolo. Le battaglie dell’opposizione e i dubbi della sua stessa maggioranza, fino all’ostruzionismo del consigliere Pietrangelo Pettenò (gruppo consiliare Federazione della Sinistra Veneta), autore di un’articolata lista di sub-emendamenti che ha infine condotto a una mediazione fra la maggioranza consiliare e l’opposizione.

Potere ai sindaci. Rispetto alla prima versione il testo ha perso il carattere liberista che piaceva a Lega e Pdl, perché la decisione di rendere efficace la legge passa dalle amministrazioni comunali. Con qualche distinguo, da analizzare di volta in volta. Distinzione fondamentale è anzitutto quella fra prime e seconde case: se il cittadino presenta domanda per un intervento edile sulla prima casa all’interno del centro storico, dovrà attendere che il Comune si pronunci; se invece la prima casa si trova al di fuori di quest’area il Comune non ha voce in capitolo e la legge regionale si applica così com’è.

In che modo i Comuni possono dire la loro? Non oltre il prossimo 30 novembre potranno limitare il Piano Casa, altrimenti vale la regola del silenzio-assenso, cioè se non avranno deliberato entro il termine stabilito per fissare i parametri in cui la legge impatta sul loro territorio, allora la nuova norma verrà applicata. Il che vale sia per le prime case nei centri storici (caso appena citato) sia per le seconde case fuori dai centri storici. In un caso soltanto la legge si applica direttamente, senza che i sindaci possano interferire: per le prime case fuori dai centri storici il Piano ha completa efficacia. Ulteriore e ultima possibilità, ancora all’interno dei centri storici, è la regola che si applica a chi voglia modificare o ampliare una seconda casa: stavolta, al contrario degli altri casi, se il Comune non si pronuncia entro il 30 novembre 2011, il Piano decade senza effetti.

Interventi ammessi. Una volta compresa la complicata casistica, si può presentare la documentazione per l’intervento da fare alla propria abitazione. Ecco le possibilità che il Piano dà ai veneti: uno sconto sul contributo di costruzione per gli interventi sulle prime case; il cambio di destinazione d’uso se è consentita per la zona interessata; un premio volumetrico del 15 per cento per gli interventi che prevedono la riqualificazione energetica dell’intero edificio; un bonus del 40 per cento per le demolizioni e le ricostruzioni parziali. A questo punto il vicepresidente della regione Zorzato chiede ai sindaci «uguaglianza per tutti i veneti e un’applicazione generosa del Piano». Per sapere quanto e come la legge regionale sarà applicata bisognerà infatti attendere la reazione delle diverse amministrazioni.

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