Due casi di doppio contagio (a Trento e Padova) da variante Delta e Omicron. Ma non è Deltracron

Per la prima volta sono stati individuati due casi di doppio contagio da variante Delta e Omicron. Lo scorso 3 gennaio l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) di Legnaro ha ricevuto dai laboratori di microbiologia delle Ulss e delle Aziende ospedaliere del Veneto e di Trento 316 campioni. Tra questi, sono stati identificati due casi di co-infezione da varianti Delta e Omicron. I campioni sono rispettivamente appartenenti a un paziente residente in provincia di Padova e uno in provincia di Trento.

Aggiornamento ore 18:52.

Doppio contagio da variante Delta e Omicron in Veneto

“Effettivamente nel sequenziamento si trovano sia le mutazioni della variante Delta che quelle della Omicron – spiega all’ANSA Antonia Ricci, direttore generale dello Zooprofilattico – ma questo non è dovuto alla presenza di una nuova variante bensì alla presenza contemporanea sia della Delta che della Omicron”. Ricci precisa inoltre che la co presenza delle due varianti non deve spaventare. “L’infezione non risulta essere più grave – chiarisce – di quello che farebbe singolarmente ogni variante”.

“La variante Omicron è molto diversa dalle altre – spiega al Corriere la dottoressa Alice Fusaro, biologa dirigente del laboratorio genomica e trascrittomica virale dell’ Istituto Zooprofilattico sperimentale delle Venezie -, ed è perciò molto facile distinguerla. Diversamente, sarebbe stato difficile dimostrare e verificare con sicurezza una coinfezione data dalle mutazioni precedenti del virus, non così differenti tra loro”.

Gli effetti di questo “doppio” contagio restano sconosciuti, perché i tamponi esaminati dall’Istituto veneto sono stati inviati secondo criteri casuali. “Non sappiamo dire se la coinfezione sia associata a una sintomatologia più accentuata o meno. Non riceviamo informazioni sui pazienti da cui provengono”.

Non è Deltacron

Sull’esito dell’esame la biologa è chiara: “Non si tratta di variante Deltacron che dovrebbe essere una nuova variante che ha in sé tratti del genoma di Delta e tratti del genoma di Omicron”. La dottoressa conclude: “Non abbiamo ancora visto alcun articolo scientifico né ci è nota la sequenza scientifica di tale variante, quindi non sappiamo dire se effettivamente sia un caso reale oppure se possa essersi trattato di un errore di laboratorio”.

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