Venezia: acqua alta all’Harry’s Bar, Cipriani minaccia class action

Pubblicato il 8 Gennaio 2010 - 10:02 OLTRE 6 MESI FA

Arrigo Cipriani davanti al suo Harry's Bar

Clamoroso a Venezia. Arrigo Cipriani, titolare dell’Harry’s bar, uno dei locali più noti al mondo, ha deciso di intentare una class action, forse la prima nel suo genere, chiamando in causa le autorità portuali ed il Magistrato delle acque.

Motivo del contendere i ripetuti allagamenti, ben otto volte nell’ultimo mese, cui è stato soggetto il locale, con danni considerevoli agli arredamenti ed alla attività in generale.

Dalla porta del suo locale in fondo a calle Vallaresso, Arrigo Cipriani ha visto in questi giorni l’acqua lambire le sue scarpe inglesi, i pavimenti in marmo pregiato, le gambe delle poltroncine e su su fin (quasi) all’orlo delle tovaglie. «E’ ora che i veneziani si sveglino»protesta ed ha deciso di fare ricorso alla nuova normativa, deciso a chiamare in causa Porto e Magistrato delle Acque.

Il porto perchè, a suo dire, ha scavato il fondale fino a 19 metri e non ha provveduto a spostare altrove le petroliere; il Magistrato delle Acque che, in qualità di massima autorità della laguna, doveva vigilare su tutti gli interventi. Accade invece che l’acqua entra sempre più spesso e sempre più alta. Diciassette volte sopra i 110 centimetri, quattro volte sopra i 130 centimetri, due sopra i 140 centimetri solo nel 2009.

A sostegno della sua tesi Cipriani ricorda che negli anni quaranta, quando l’imboccatura del porto era ad una profondità di sei metri, non si era mai verificata l’acqua alta nella sua zona.«Ora- sostiene Cipriani- lavorare è diventato impossibile» ed auspica che altri lo seguano nella azione che intende avviare.

Perplesso e polemico il governatore Giancarlo Galan il quale ha rilevato che molti veneziani, non tutti però, ritengono ormai di essere esperti di idraulica lagunare e attribuiscono ai lavori per la realizzazione del sistema di paratoie mobili, il Mose, la causa degli sversamenti di acqua dal mare verso la laguna. Dimenticando, dice Galan, che negli anni Novanta ci fu un anno in cui le acque alte si susseguirono per venti giorni di seguito, ed allora del Mose esisteva solo il progetto.