Venezia, barista uccisa: fermato il convivente

VENEZIA – Ha resistito tutta la notte ad un interrogatorio che durava da sabato, il convivente della barista di Latisana (Udine) trovata morta su un argine nel veneziano, con la testa sfondata, senza ammettere o negare le accuse. Oggi i carabinieri hanno sottoposto l’uomo a fermo. L’ipotesi è di omicidio e occultamento di cadavere. Gianni Lirussi, 65 anni, nato a Pozzuolo del Friuli (Udine), assicuratore in pensione con la passione del Casinò, aveva denunciato il giorno prima la scomparsa della convivente, Eufemia Rossi, 56 anni, originaria di San Vito al Tagliamento (Pordenone).

Nel suo racconto gli investigatori avrebbero colto subito delle contraddizioni. Oggetto di indagine ora è anche il fatto che la signora Eufemia, che gestiva il bar dell’ospedale di Latisana ed era benvoluta da tutta la cittadinanza, qualche mese fa abbia subito una brutta caduta dalle scale. Inizialmente, la barista l’aveva attribuita ad una spinta del convivente durante un litigio, poi aveva fatto marcia indietro. Secondo quanto si è appreso, dopo un colloquio con uno psicologo aveva affermato invece che quella di esser stata spinta era stata soltanto una sua impressione. Anche quella volta, comunque, ferite alla testa. Su segnalazione di un passante, l’hanno trovata a braccia aperte, riversa sull’argine di cemento di un canale scolmatore, con ferite al volto e al cranio che l’autopsia dirà se siano frutto di un primo pestaggio e quindi di un colpo in testa inferto con un oggetto al momento non identificato o se il corpo abbia riportato ulteriori offese nella caduta dal muretto soprastante l’argine.

Al vaglio del medico legale c’è anche la possibilità che la morte sia sopraggiunta dopo le botte, per l’impatto con il cemento, dove e’ rimasto tanto sangue. Il cuore dell’indagine riguarda proprio il luogo nel quale la barista è stata uccisa. Analisi sono state eseguite in primo luogo sullo scatolone trovato vicino al corpo, per capire se è servito a trasportarlo: se, quindi, Eufemia Rossi sia stata uccisa o percossa altrove e lì poi scaricata. La sua automobile è stata trovata distante, nei pressi di un cimitero, da dove qualcuno l’avrebbe prelevata. Anche la casa che la barista condivideva con Lirussi a Latisana è stata minuziosamente setacciata, così come l’automobile del fermato. Sono ora in corso ulteriori e più approfonditi esami tecnici, i cui esiti saranno illustrati domani nel corso di una conferenza stampa convocata presso il Nucleo investigativo dei carabinieri a Mestre (Venezia).

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