Venezia, Matera, Roma, Napoli, Genova...Perché la pioggia è diventata nemica Venezia, Matera, Roma, Napoli, Genova...Perché la pioggia è diventata nemica

Venezia, Matera, Roma, Napoli, Genova…Perché la pioggia è diventata nemica

Venezia, Matera, Roma, Napoli, Genova...Perché la pioggia è diventata nemica
I danni dell’acqua alta a Venezia (Foto Ansa)

ROMA – Venezia, tre quarti della città sotto acqua alta. Effetto del maltempo, della pioggia. Della pioggia e del maltempo che a novembre sono la regola e non l’eccezione. Ma maltempo e pioggia sono per Venezia un pericolo, qualcosa che porta danno, danno che resta. A Venezia la pioggia è diventata nemica. Un velo non pietoso ma stanchissimo ed estenuato sul Mose che dovrebbe (quando, come?) proteggere Venezia dall’acqua alta di marea. Il Mose mai finito, il Mose mai in funzione, il Mose che finora non ha fermato né rallentato nessuna marea, anzi di onda altissima ne ha mossa un’altra, quella dei miliardi di soldi pubblici spesi.

A Roma non c’è la laguna, non ci sono le maree. Ma da qualche tempo ogni volta che piove al città scivola sotto il minimo di vivibilità: si ferma la metro, si allagano stazioni, si spezzano alberi, si otturano i condotti fognari, si allargano le buche nell’asfalto e diventano più profonde, se ne aprono altre, smottano terreni, muoversi in città diventa avventura, non di rado si chiudono scuole. A Roma se piove c’è da temere, a Roma la pioggia è praticamente sempre una calamità. Varia solo l’intensità della calamità.

A Genova pioggia è ormai sinonimo di allerta. Se piove state in allerta. Pioggia cioè giornata pericolosa, pioggia cioè state a casa e forse neanche a casa state del tutto sicuri. Pioggia cioè allerta, vale per Genova e gran parte della Liguria.

A Matera, Matera rimessa a lucido per il suo anno di maggior gloria, se piove è fango e melma. A Napoli se piove nessuno garantisce di nulla, in caso di pioggia la città si mette in automatico in stato di emergenza.

Venezia, Matera, Genova, Roma, Napoli…e la costa e l’entroterra calabri e il nord della Sardegna e la dorsale appenninica dalla Basilicata risalendo l’Irpinia e arrivando all’Umbria e la costa bassa toscana e il bacino del Po e la Puglia e la Sicilia…Ovunque, quasi ovunque da qualche tempo la pioggia, la semplice pioggia, è diventata qualcosa che ti deve preoccupare la giornata, almeno la giornata. Piove, non più solo governo ladro ma piove, cioè c’è pericolo.

Una trasformazione radicale del rapporto tra noi e l’evento naturale della pioggia di cui ci si rende poco conto, la pioggia come pericolo non era, fino a qualche decennio fa, nell’esperienza di coloro che vivevano nelle città. Le città sembravano aver domato tra le tante altre cose anche ovviamente la pioggia, figurarsi se la pioggia…

E invece oggi la pioggia fa quasi sempre (debolissimo quasi) paura e danno. Perché? Dicono sia per così dire colpa della pioggia. Precipitazioni che si sono fatte più intense, più concentrate, più acqua dal cielo in meno tempo e su superfici di terreno più ridotte. Abbiamo inventato pure una formula giornalistica e per nulla scientifica: bombe d’acqua. Insomma colpa della pioggia che si è fatta cattiva.

La pioggia si sarà pure fatta per così dire cattiva, però gli umani del terzo millennio almeno qui in Italia hanno assunto nei confronti della pioggia lo stesso atteggiamento culturale e operativo dei tempi in cui non esisteva scienza né tecnologia: si aspetta che passi, si punta sullo speriamo che me la cavo, si dà per scontato che questo sia…il volere del cielo.

Roma, Milano, Genova, Matera, Venezia e tante, troppe altre sono città, insediamenti umani che gli umani che le abitano non sanno o non vogliono tenere in efficace e continua manutenzione. E non è solo colpa dei politici e degli amministratori che non lo fanno, è responsabilità dei cittadini che non vogliono spendere quel che costa, magari preferiscono un reddito di cittadinanza o una pensione a 60 anni.

La Lombardia e il Veneto sono tra i luoghi della terra più lastricati di cemento. Le coste italiane sono fisicamente occupate dall’abusivismo edilizio e dalla incuria ambientale. Vaste zone della Campania e della Puglia e della Sicilia sono discariche nascoste di materiale inquinante. Nessun governo che volesse spendere quel che serve nei prossimi 10/20 anni perché la pioggia non ci faccia più paura e danno avrebbe il consenso elettorale e di popolo per farlo davvero.

Quindi quando piove, ogni volta che piove è un pericolo. Come in Caro amico ti scrivo di Lucio Dalla… E’ questa la novità. 

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