Venezia e navi da crociera: guadagna 270mln, ne perde 320mln in costi ambientali

Pubblicato il 19 Maggio 2013 - 15:55| Aggiornato il 18 Aprile 2020 OLTRE 6 MESI FA
Venezia e navi da crociera: guadagna 270mln, ne perde 320mln in costi ambientali

Nave da crociera nella Laguna di Venezia

VENEZIA – La città di Venezia dal passaggio delle navi da crociera ottiene 270 milioni di euro di ricavi, ma paga ben 320 milioni di euro per i costi ambientali. Questo il bilancio presentato da Gian Antonio Stella su Il Corriere della Sera, dove spiega anche come i limiti di velocità in Laguna non vengano rispettati, con il rischio che le navi possano causare incidenti e seri danni.

Gian Antonio Stella fa i conti su Venezia e le navi “in tasca” a Paolo Costa:

L’impatto del business, secondo l’autorità portuale, è questo: 1.775.944 croceristi imbarcati nel 2012, 1.530 occupati diretti e 4.255 nell’indotto, 222 milioni di euro di valore aggiunto («La metà dell’affare per un “home port” come il nostro viene dalle forniture alle navi», dice Costa) nell’area veneziana pari al 3,26% del Pil. Di più: «Il settore crocieristico consente di contenere le tariffe pagate dagli altri settori portuali. Sennò, dovremmo aumentare i prezzi del 40%: la morte, per un porto millenario».

In totale, diceva tre mesi fa uno studio delle Università di Padova e Ca’ Foscari, un business con l’indotto di 435 milioni. Neanche la metà di quanto sostiene Trevisanato (un miliardo), ma comunque una bella cifra. Solo che di quei 435 milioni solo 288 riguardano «l’acquisto di beni e servizi forniti da imprese locali» e cioè il territorio veneziano, gli altri 147 finiscono nel «mercato nazionale, soprattutto per l’acquisto di carburanti». Per capirci: resterebbero in Italia anche se le navi si rifornissero a Taranto o Gioia Tauro.

Poi arriva al nodo della questione citando i conti di Giuseppe Tattara, docente di Economia a Ca’ Foscari:

«Li contiamo come veneziani i salmoni cileni, la carne argentina o le aragoste di Baltimora? In realtà, il Pil locale andrebbe abbassato all’1,9%». Tanto più che solo un crocierista su quattro, e questo la dice lunga sul tipo di clientela, ne approfitta per visitare Venezia…Se poi contiamo i danni dell’inquinamento generale («Mi sono attenuto ai parametri europei e mancano gli inquinanti più pericolosi come le diossine o i metalli pesanti…») alla fine Venezia «non solo non ci guadagna ma ci perde: 270 milioni l’anno di ricavi complessivi e 320 di costi sul fronte ambientale»”.

Costa nega la tesi di Tattara, scrive Stella, ma il dubbio del giornalista che le navi da crociera non siano un bene per Venezia e per la Laguna è alto.