Ventimiglia, agente Diego Turra muore d’infarto durante tafferugli

Diego Turra (foto dal Web)
Diego Turra (foto dal Web)

GENOVA – Diego Turra, 52 anni, sovrintendente capo della Polizia di Stato di Genova, è morto per un infarto durante i tafferugli tra polizia e No border che ieri sera, sabato 6 agosto, avevano occupato una ex caserma dei Vigili del fuoco a Ventimiglia, dove oggi si terrà una manifestazione di protesta dei circa 600 migranti rimasti nel centro temporaneo di accoglienza allestito dalla Croce Rossa.

Secondo le prime informazioni il poliziotto farebbe parte del reparto mobile di Genova. Si sarebbe accasciato al suolo, assistito dai suoi colleghi, ed è stato poi trasferito in ospedale dove è deceduto. È stata disposta l’autopsia ma secondo una prima ricostruzione dell’accaduto, non c’è stato alcun contatto con i manifestanti. Gli scontri erano iniziati quando le forze dell’ordine avevano cominciato a sfollare i No Border dall’ex caserma. Ancora non è chiara l’esatta dinamica dei fatti.

 

Secondo quanto finora ricostruito, Turra stava scendendo da un mezzo di servizio quando è stato colto da malore. Tutto avrebbe avuto inizio quando i No Border hanno iniziato a avvicinarsi al Parco Roja. La polizia ha detto loro di allontanarsi, senza ottenere risposte. Alcuni di loro, tra i quali una ragazza col volto coperto, hanno cominciato a lanciare bottiglie e pietre contro le forze dell’ordine. A quel punto la polizia è stata costretta a tirare lacrimogeni per disperdere i manifestanti, che si sono spostati lungo il ponte Aniante. E’ stato allora, secondo la ricostruzione, che Turra è sceso dal mezzo venendo colto da malore. Portato d’urgenza in ospedale è spirato poco dopo.

Cordoglio è stato espresso dal presidente del Consiglio Matteo Renzi per la morte dell’agente di polizia alla famiglia e ai colleghi. “Il presidente del Consiglio Matteo Renzi – si apprende da fonti della Presidenza del Consiglio – ha sentito il ministro dell’Interno Angelino Alfano, dopo quanto accaduto a Ventimiglia, e ha espresso il cordoglio per la morte dell’agente di polizia”. Cordoglio, poi, oltre che naturalmente dal ministro Alfano stesso, anche da parte del capo della Polizia Franco Gabrielli. Turra, sottolinea Gabrielli dopo aver espresso vicinanza alla famiglia, “e’ un esempio di altissima virtu’ istituzionale, scomparso nel garantire e preservare la sicurezza e il vivere civile”. Il capo della Polizia ha ricevuto a sua volta il cordoglio di Alfano e Renzi.

Dopo quanto accaduto, in Liguria, il presidente della Regione Giovanni Toti chiede al governo “di intervenire subito”, e parla di “dolore e rabbia per gli irresponsabili che alimentano tensioni. A Ventimiglia – conclude – servono agenti e pugno duro, basta perdere tempo”.

Il poliziotto è stato ricordato anche dalla Siulp-Cgil: il sindacato chiede in una nota del segretario Daniele Tissone, dopo aver espresso “vicinanza alla famiglia del collega”, che in determinate situazioni di stress come durante gli scontri di ieri sera, venga utilizzato personale piu’ giovane. Tissone rileva come Turra “aveva un vero attaccamento per il proprio lavoro, interpretando al meglio lo spirito di servizio proprio di chi svolge un’attività così delicata quanto impegnativa”. Tuttavia evidenzia la situazione in cui l’agente e’ morto colto da infarto. “Ci auguriamo, alla luce di quanto accaduto, che chi ha responsabilità rispetto anche alla elevazione dei limiti di età del personale che espleta servizio in Polizia si interroghi relativamente al fatto che, in situazioni di elevato stress e pericolo, occorra mettere in campo personale più giovane che, al momento, rappresenta oggi – in generale -, solamente il 12% delle aliquote di tutte le forze di Polizia”. Per Tissone, “impiegare sempre e comunque, personale che ha già dato tanto per la società e che ha sempre crescenti difficoltà nell’affrontare rischi sempre maggiori a fronte di continue ristrettezze derivanti dalla mancata allocazione di risorse sia umane che contrattuali, non è degno di uno Stato che dovrebbe assicurare, anche ai propri servitori, condizioni di vita e di lavoro più umane e comunque dignitose”.

 

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