VENTIMIGLIA – Insieme con la sua famiglia stava cercando di oltrepassare a piedi il confine passando per l’autostrada, così da evitare il blocco delle autorità francesi. Ma un Tir ha interrotto bruscamente il lungo viaggio della speranza di una ragazzina di appena 17 anni. La tragedia si è consumata a Ventimiglia, lungo l’autostrada A10, dove una giovane migrante eritrea è stata investita e uccisa da un camion spagnolo.
L’incidente è avvenuto all’interno della galleria Cima Girata, subito dopo la barriera autostradale di Ventimiglia. Al “traguardo” mancavano solo 50 metri ma la giovane migrante non è mai riuscita ad arrivare al di la del tunnel. Una persona che faceva parte del gruppetto è stata trasportata in ospedale sotto choc. Il tir è stato fermato in territorio spagnolo.
Oramai sono sempre più frequenti le segnalazioni di migranti che cercano di attraversare il confine camminando lungo l’Autostrada. Questa volta però è finita in tragedia. Sul posto sono accorsi gli agenti della sottosezione della Polizia stradale di Imperia; gli operatori dell’A10 e il personale sanitario del 118.
La giovane si trovava assieme ad altre sette persone dello stesso nucleo familiare: quattro ricoverate sotto choc all’ospedale di Bordighera, due ferme sull’A10 assieme alla polizia. L’autotrasportatore, uno spagnolo risultato negativo all’alcoltest, ha riferito di aver visto il gruppo di migranti attraversare la carreggiata: sei ce l’hanno fatta, la ragazza no. Il camionista ha puntato entrambi i piedi sul freno per cercare di arrestare il mezzo, ma l’impatto è stato inevitabile.
Accertamenti sono in corso anche con la polizia di frontiera di Ventimiglia per risalire alla provenienza del gruppo. Dal campo profughi del Roja escludono di avere avuto ospite quella famiglia: “Qui dimorano solo uomini”, dicono i volontari della Croce Rossa, che gestisce il centro di accoglienza. Il gruppo potrebbe essere stato ospite della parrocchia di Sant’Antonio alle Gianchette di Ventimiglia, dove alloggiano una cinquantina di migranti, in larga parte famiglie eritree: “Stiamo attendendo notizie – dice il parroco don Rito Alvarez – C’è molta tristezza nel vedere che queste persone che compiono un viaggio così lungo per lasciare la guerra trovano la morte in Europa“.