VERONA – Minacciata di morte e di essere sepolta in giardino, promessa in sposa a un connazionale sulla base di un accordo tra genitori, niente pallavolo perche' non necessaria alla sua formazione: sono le angherie subite in famiglia da una ragazza marocchina, ora maggiorenne, che hanno portato alla condanna della madre a un anno e otto mesi, pena sospesa, a chiusura dell'udienza davanti al Gip di Verona.
Una storia ripercorsa in aula solo dai legali, assenti sia la ragazza, ora in una struttura protetta, che la madre, accusata di maltrattamenti. Una vicenda – come riporta l'Arena – cominciata nel 2009 e conclusasi un anno fa quando e' scattata la denuncia, che ha posto fine a una storia di difficile integrazione della famiglia marocchina.
La giovane aveva raccontato di essere stata minacciata e picchiata, anche con una cintura, perche' di fatto, secondo i familiari, aveva comportamenti non conformi alle sue origini marocchine e al suo credo religioso; anche solo per un gelato con gli amici.