Veronica Panarello: cosa non convince della sua versione

di redazione Blitz
Pubblicato il 18 Novembre 2015 - 10:39 OLTRE 6 MESI FA
Veronica Panarello: cosa non convince della sua versione

Veronica Panarello: cosa non convince della sua versione

RAGUSA – Andrea Loris Stival si è ucciso da solo, a otto anni, durante un maldestro gioco con le fascette elettriche. E lei, Veronica Panarello, una volta scoperto il cadavere del figlio a casa lo prende, lo carica in macchina, e lo butta in un canalone presa dal panico, perché convinta che nessuno avrebbe creduto alla versione della morte accidentale. Poi riprende tranquillamente le attività della sua giornata. E’ la versione, definita dagli inquirenti “quantomeno bizzarra”, fornita dalla madre di Loris dopo l’ultimo sopralluogo nel famoso canalone di Santa Croce Camerina, martedì pomeriggio.

Una versione che presenta lacune, per non dire ingenuità, che difficilmente convinceranno i magistrati. Eccole:

Loris Stival morto mentre giocava con le fascette elettriche. Secondo Veronica Panarello sarebbe stato un “incidente” avvenuto quando lei era lontana da casa, mentre accompagnava a scuola il figlio più piccolo, in una stanza dove il bambino di 8 anni era rimasto da solo. L’avrebbe trovato a terra, strangolato dalle fascette di plastica, vittima probabilmente di un gioco, e ha tentato di salvarlo. Ma senza riuscirci. Presa dal panico, pensando che nessuno le avrebbe creduto, ha sollevato il corpicino del piccolo e lo ha portato in contrada Mulino Vecchio adagiandolo nel canalone. Facendo tutto da sola. La lacuna: è plausibile che un bambino di 8 anni, quindi non piccolissimo, si infili per gioco delle fascette elettriche al collo e stringa fino a perdere i sensi e morire strangolato? E’ plausibile che una mamma, per quanto sconcertata, decida di caricare il cadavere del figlio in macchina e buttarlo in un canalone piuttosto che chiamare il 118 o i carabinieri? O quantomeno il marito che invece verrà avvisato solo ore più tardi.

Dopo aver buttato il corpo del figlio in un canalone Veronica si è verso il castello di Donnafugata ma prima ha avuto la preoccupazione di gettare lo zaino di Loris, in una campagna abbandonata, vicino a vecchi casolari. Lo zaino non è mai stato ritrovato. Perché Veronica ha la preoccupazione di buttare quello zaino? E’ forse funzionale, come sostiene l’accusa, a sostenere la sua versione che ha ripetuto fino a poche settimane fa, ossia che lei Loris lo aveva portato a scuola?

Altre incongruenze: i polsi legati di Loris. Faceva parte del “gioco finito male” anche questo?

I pantaloni abbassati. Perché? Non era forse anche questo un dettaglio funzionale alla narrazione di mamma Veronica, ossia che si pensasse a un “orco”, magari un pedofilo?

L’auto posteggiata dentro il garage. Veronica non lo fa mai: dopo aver portato i figli a scuola di solito parcheggiava in strada. A maggior ragione se doveva uscire subito dopo. Perché posteggiare in garage? Per l’accusa lo ha fatto per mettere il cadavere del figlio nel bagagliaio lontano da occhi indiscreti. Lei spiegherà che doveva dare un passeggino, rimasto nel locale, a un’amica, che, sentita dagli investigatori ha detto però di non saperne alcunché.

La nuova ricostruzione di Veronica, emersa all’improvviso dopo quasi un anno di strenua autodifesa, confluirà nel fascicolo del Gup Andrea Reale che dovrà decidere sul rinvio a giudizio della donna per omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere. L’udienza è fissata per giovedì e venerdì prossimi.

Comprensibilmente sgomento il papà di Loris. Il suo avvocato fa sapere: “Di fronte a questo balletto di versioni, ognuna diversa dalle altre, esprimiamo un sentimento di sgomento. Siamo abituati a questi cambi repentini e assoluti di versioni della signora Panarello. Adesso attendiamo il processo che per noi sarà l’inizio di un percorso che porterà all’accertamento di una verità condivisa e riconosciuta dai giudici”.